Tutte le domeniche di dicembre, le festività infrasettimanali e anche Natale, Santo Stefano e Capodanno: sono state ufficializzate, con un “dispaccio” rivolto a tutti i consorziati le prossime aperture festive di OrioCenter. “Per la prima volta nella nostra provincia si tenta di cancellare anche il Natale e il Primo dell’anno: questo è troppo!” hanno commentato oggi Mario Colleoni, Alberto Citerio e Maurizio Regazzoni, segretari generali di FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTUCS-UIL di Bergamo. “Eppure, per noi, rimane prioritario lavorare per un commercio che faccia convivere servizi, sviluppo, crescita e corretta concorrenza in una dimensione meno frenetica, più umana, più rispettosa delle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori. Sostenere questo obiettivo significa anche rispettare e valorizzare il significato e il valore sociale delle festività”.
I sindacati non hanno per nulla gradito il calendario delle aperture, anche se la notizia era nell’aria da qualche giorno. Le organizzazioni sindacali utilizzeranno tutti gli strumenti a disposizione per far cambiare idea ai dirigenti dell’OrioCenter e a chi voglia emularli nel resto della provincia: i lavoratori dei negozi della galleria si sono già fatti promotori di una raccolta firme sostenuta da FILCAMS, FISASCAT e UILTUCS per chiedere di abbandonare l’idea delle aperture natalizie.
“Abbiamo incontrato la disponibilità di molti colleghi” spiega Maria, lavoratrice di un negozio di profumeria a OrioCenter. “Molti altri hanno garantito che appoggeranno la nostra raccolta, sostenuta da subito dalle categorie di CGIL, CISL e UIL. Al tempo stesso, alcune decine di lavoratori ci hanno riferito di aver avuto il veto di firmare qualsiasi petizione. Abbiamo già raccolto diverse centinaia di firme e fino a quando non avremmo rassicurazioni sulla definitiva cancellazione delle aperture noi proseguiremo nella nostra azione”.
In questi giorni, continuano i sindacalisti, “stiamo predisponendo un’azione unitaria per sostenere l’iniziativa dei lavoratori di OrioCenter e di tutti gli altri centri commerciali della provincia che si sentiranno autorizzati, se non costretti, ad ampliare a dismisura ore e giornate di apertura. Come noto” concludono Colleoni, Citerio e Regazzoni, “la ‘liberalizzazione’ degli orari introdotta nel 2011 con il Decreto ‘Salva Italia’ ha eliminato ogni vincolo e regola in materia di orari commerciali, senza considerare gli effetti negativi prodotti su milioni di persone, in prevalenza donne, e sulle loro famiglie. È necessario che in Parlamento si riprenda la discussione per porre fine a una norma sbagliata e ingiusta”.