Sergio Zanotti, imprenditore 56enne residente a Pregasso di Marone che secondo alcune fonti mai confermate sarebbe stato rapito in Siria e sarebbe ostaggio di Al Qaeda, è apparso ancora in una foto postata su Youtube nella ultime 48 ore. Questa volta l’annuncio è drammaticamente sibillino: se ne annuncia l’esecuzione avvenuta nei giorni scorsi.
L’uomo, con barba bianca, in ginocchio tra due armati con mistra spianato, travisati con la tipica divisa degli uomini aderenti alla lotta dell’ISIS, invecchiato e con barba lunga e capelli completamenti bianchi. Secondo le fonti meno accreditate che però stanno circolando con insistenza, potrebbe essere stato definitivamente condannato a morte dai suoi rapitori. Scomparso ad aprile del 2016 quando era partito dalla Malpensa per un viaggio di lavoro, secondo tre precedenti messaggi Zanotti sarebbe finito nelle mani dei terroristi. Il primo video risaliva al novembre 2016, girato tra gli ulivi e quando l’uomo si presentava con la barba bianca, avvolto in una tunica e con in mano un cartello. Nel video realizzato probabilmente ad aprile 2017 indossa invece una maglietta azzurra, si trova in una stanza senza alcun arredamento, con due sequestratori con i kalashnikov e con il volto completamente travisato. Anche in questo caso, il video è stato caricato su Youtube dall’account di Abu Jihad. La Procura di Roma l’aveva immediatamente acquisito e i carabinieri del Ros coordinati dal pm Sergio Colaiocco hanno svolto accurate indagini sul materiale. All’ultimo video si aggiunge un testo su Messenger in cui si dice che, se non si avranno le risposte chieste, Zanotti indosserà la tunica arancione, quella dei prigionieri destinati alla morte. La famiglia, ex moglie con le figlie e l’attuale compagna, aveva denunciato la scomparsa con la preoccupazione sulla sorte dell’uomo già nel maggio 2016, mantenendo rapporti costanti con Amnesty International. A maggio la famiglia si è rivolta a Papa Francesco, al quale hanno scritto una lettera. In queste ore la famiglia di Zanotti è stata convocata dai Carabinieri di Sarniuo per comunicazioni: il lungo silenzio i quattro diversi messaggi, tutti in un crescendo di minacce e l’ultima comunicazione non lasciano presagire nulla di buono.