Cia- Agricoltori italiani, presenta un gruppo imprenditoriale del settore lattiero-caseario interessato a entrare nella CISSVA, noto caseificio consortile camuno, dopo che BIM e Comunità Montana devono dismettere le loro partecipazioni, secondo la norma vigente. Il presidente Giancarlo Panteghini in queste ore ha voluto sottolineare che Cissva non è in vendita e sono i soci che decidono.
La «manifestazione d’interesse» su Cissva dovrebbe essere avanzata da una srl della Bassa bresciana produttrice di formaggio. Ma secondo il direttore di Cia, Paolo Conti, sarebbe già stata sposata da altre realtà come Confagricoltura mentre sembra che Coldiretti non gradisca che siano altri a proporre soluzioni. Per CISSVA ci sono 50 soci e 30 produttori conferenti, piccoli allevatori che sono preoccupati per il futuro. In vendita ci sono le quote che Comunità montana, Bim e Provincia sono costretti a dismettere per la legge Madia. Cissva comunque ha una prelazione ma si tratterebbe di soci sovventori, non ordinari, e dunque senza posti nel CdA o per i dividendi. Tra un paio di mesi Panteghini terminerà il suo lungo mandato e avrebbe già annunciato di non ricandidarsi. Coldiretti sta preparando un piano industriale e il presidente, Ettore Prandini, ha fatto sapere che è «vergognoso che un soggetto privato estraneo alla vita del territorio e qualche rappresentanza vogliano approfittare della temporanea difficoltà per saccheggiare questo valore inestimabile per la zootecnia montana. Cissva deve rimanere nelle mani degli allevatori della zona. Le difficoltà contingenti sono innegabili e Coldiretti sta lavorando per permettere a Cissva di essere ancora punto di riferimento per la Valle Camonica e il Sebino». Anche Confocooperative Brescia, cui CISSVA aderisce, ha espresso analoga preoccupazione. La Cia, a giorni, incontrerà il presidente della Comunità montana, ente che finora non si è espresso ufficialmente ma che ha molta voce in capitolo.