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Le forze dell’ordine, in particolare il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze e il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) di Roma, stanno attuando un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze. L’ordinanza riguarda 10 provvedimenti di custodia cautelare, di cui 6 in carcere e 4 ai domiciliari, nonché il sequestro preventivo di beni per un valore di 650.000 euro. Le accuse riguardano l’associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, l’autoriciclaggio e l’indebita percezione di erogazioni pubbliche.

L’operazione è parte di un più ampio contesto di esecuzioni di misure custodiali che coinvolgono anche le Procure della Repubblica di Trento, Bologna e Potenza, con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo (D.N.A.A.). Le azioni sono in corso in varie località italiane, tra cui Firenze, Prato, Bologna, Milano e Bergamo, con la collaborazione dei rispettivi reparti delle forze dell’ordine. Inoltre, grazie al coordinamento di Eurojust, sono previste operazioni anche in Spagna a Barcellona e nel Regno Unito a Londra, in seguito all’emissione di specifici mandati di arresto.

Secondo le indagini sinora condotte dalla Procura della Repubblica di Firenze e dal Gruppo Operativo Antidroga (G.O.A.) del G.I.C.O. di Firenze, l’organizzazione criminale coinvolta si sarebbe dedicata alla commercializzazione di grandi quantità di hashish e marijuana in Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia. I proventi del traffico di droga sarebbero stati riciclati attraverso l’operato di un commercialista fiorentino affiliato all’organizzazione. Quest’ultimo avrebbe stipulato contratti d’affitto di immobili a nome fittizio nel comune di Firenze, utilizzando tali luoghi come depositi di droga. Avrebbe anche facilitato il riciclaggio di alcuni proventi illeciti e assunto fittiziamente un membro dell’organizzazione al fine di consentirgli di dimostrare una posizione lavorativa regolare e beneficiare indebitamente di sostegni finanziari.