Le indagini sul brutale omicidio di Luciano Muttoni, avvenuto a Valbrembo (BG), hanno portato all’arresto di due giovani ritenuti responsabili del crimine. Il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Bergamo ha disposto il fermo di indiziato di delitto nei confronti di un italiano classe 2000, residente a Bergamo e con precedenti penali, e di un 23enne di origini polacche, residente in provincia di Monza Brianza.
Secondo quanto emerso, il primo indagato ha confessato spontaneamente il delitto, indicando il luogo dove ha nascosto alcuni effetti personali della vittima e l’arma utilizzata: una pistola scacciacani con cui ha colpito ripetutamente Muttoni alla testa, accompagnando i colpi con pugni e calci fatali. Il complice, fermato in una comunità terapeutica dove lavorava come aiuto educatore, ha confermato il racconto.
Dopo il delitto, i due si sono allontanati a bordo dell’auto della vittima, sottraendogli il telefono, alcune carte di credito e del denaro. Hanno poi cercato di disfarsi degli oggetti in un’area boschiva tra Valbrembo e Solza.
Le indagini sono partite il 9 marzo, quando il cadavere di Muttoni è stato ritrovato e i vicini hanno segnalato la scomparsa della sua auto. Determinante è stato il ritrovamento del veicolo: la notte precedente al ritrovamento del corpo, una pattuglia dei Carabinieri di Monza Brianza aveva fermato l’auto della vittima con quattro persone a bordo, denunciandole per ricettazione e sequestrando il mezzo.
Grazie alle immagini di videosorveglianza e alle testimonianze raccolte, gli investigatori hanno identificato il presunto autore dell’omicidio, ovvero il conducente del veicolo fermato a Monza. Il giovane, interrogato, ha ammesso di aver ucciso Muttoni per rapinarlo, colpendolo mortalmente quando la vittima ha tentato di reagire.
Le forze dell’ordine hanno poi ricostruito i movimenti del complice, portando alla sua individuazione e fermo. Nel pomeriggio, entrambi gli indagati sono stati condotti nel carcere di Bergamo, in attesa dell’udienza di convalida.
Le indagini proseguono per verificare se vi siano altre persone coinvolte nel delitto. In questa fase preliminare, gli indagati restano presunti innocenti fino a eventuale condanna definitiva.