Un’iniziativa che si avvale delle moderne tecnologie, per valorizzare e tramandare il ricchissimo repertorio dell’arte campanaria gandinese ricordandone uno dei maggiori interpreti. È online in coincidenza con le festività natalizie (www.campanaribergamaschi.net) il Cd virtuale “Omaggio a Manòt” prodotto dalla Federazione Campanari Bergamaschi. Il progetto coordinato dal presidente Luca Fiocchi è partito nel 2022 a ricordo del 60esimo della morte di Quirino Picinali (1860-1962) storico campanaro e musicista gandinese.
“Il cd è dedicato in particolare al suono d’allegrezza di Gandino – sottolinea Fiocchi – e propone le composizioni di uno dei suoi più eminenti campanari. Abitante nella contrada di Cà da Poz, a Gandino, Quirino Picinali ha svolto l’attività di contadino insieme a quella di artigiano del legno. Accanto a questi due mestieri legati al mondo della terra e al contorno naturale, s’inserisce l’enorme passione per le campane, che lo condussero ad apprendere il suono d’allegrezza dei campanari nati a metà XIX secolo – in particolare Giovanni Nodari – e a portare un enorme contributo al repertorio di Gandino con una vasta produzione di brani ballabili. Il repertorio di Gandino si è sempre contraddistinto per una assoluta originalità compositiva. Lo notiamo con le melodie per le feste di prima e seconda classe, caratterizzate da matrici che rimandano a stilemi settecenteschi o a forme melodiche che poco hanno a che vedere con la musica strumentale dell’epoca. Diverso è l’approccio di Quirino Picinali, che sin dalla fine dell’800 e per tutto il primo trentennio del Novecento respirò musica bandistica, canzoni d’autore diffuse sui 78 giri e, infine, la musica operistica, che giocò un ruolo determinante nella composizione di molti brani. Quest’ultima non solo per le singole melodie che potevano venire estratte e rielaborate in suonate per campane, ma anche per passaggi armonico-melodici, diverse introduzioni e alcuni finali. La musica da festa viene sostanzialmente eseguita in occasione dei battesimi e veniva suonata proprio durante la celebrazione, facendo da sottofondo alla cerimonia. Le suonate di Manòt si caratterizzano per una magistrale vivacità compositiva, agilità strutturale del brano ed estrema orecchiabilità. Si tratta di brani per dieci campane, che sfruttano tutta la gamma sonora disponibile sul concerto della Basilica. La loro complessità e la loro difficoltà esecutiva dal punto di vista tecnico vanno di pari passo con il fascino di una musica plurisecolare che si è rinnovata in pieno Novecento”.
I ragazzi delle scuole campanarie della Federazione Campanari Bergamaschi propongono in questo lavoro una raccolta di sette brani, cinque dei quali tratti dal “Quaderno Nodari”, cui si aggiungono due brani appresi dal maestro Lorenzo Anesa (1951-2016), che a sua volta apprese da Andrea Castelli, allievo di Manòt. Il Quaderno Nodari è un’importantissima raccolta di suonate d’allegrezza di Gandino manoscritte nel 1950 dal maestro Giuseppe Nodari a partire dalle esecuzioni di Quirino Picinali. In tale raccolta, pubblicata dallo studioso Valter Biella nel 1986 nel volume “I suoni delle campane”, Nodari riportò 33 musiche d’allegrezza di Gandino di prima, seconda e terza classe.
“Tale classificazione – spiega Fiocchi – rispondente alle classi dell’epoca preconciliare valide per battesimi e funerali, è stata resa possibile grazie all’apporto del campanaro Lorenzo Anesa, che venne intervistato da Valter Biella proprio in merito a tale manoscritto. Altrettanto venne svolto dalla nostra associazione nel 2016, quando la Federazione accolse l’archivio di Lorenzo Anesa, nel quale si trovavano le memorie di alcune di queste suonate d’allegrezza. Da tali memorie e da tali contributi è derivata la trasmissione di queste conoscenze alle generazioni più giovani, che si avvicinano con sincera ammirazione a questo patrimonio sterminato di musica che riserva sempre sorprese all’ascoltatore, all’allievo e all’esecutore. Il documento sonoro che presentiamo vuole essere testimonianza e ringraziamento per quanto fatto dal campanaro Manòt unitamente a tutti i campanari precedenti, che si sono spesi con straordinaria passione nel corso dei secoli per creare un repertorio davvero ineguagliabile”.
Quirino Picinali “Manòt” riveste un ruolo cruciale nella storia popolare gandinese. Nel 1932 fece infatti da guida al ricercatore Paul Scheuermeier che aveva intrapreso un viaggio per redigere l’Atlante linguistico ed etnografico dell’Italia e della Svizzera meridionale. Un lavoro, testuale e fotografico, disponibile presso l’archivio del Seminario di Romanistica dell’Università di Berna e pubblicato in Italia nel 2001 da Grafo Edizioni. Scheuermeier soggiornò a Gandino dal 27 al 30 settembre 1932, affiancato dal disegnatore Paul Boesch. I due furono guidati ad usi e costumi quotidiani proprio da Quirino Picinali, immortalato in una foto mentre suona le campanine con al fianco il figlio Martino impegnato con l’arciliuto. Quirino, appena quindicenne, fu colui che nel 1895 su invito del compositore Andrea De Giorgi e con l’amico Carlo Ongaro avviò la tradizione della “Pastorèla”, il gruppo di suonatori itineranti della notte di Natale tuttora attivo a Gandino.
Gabriella Picinali, figlia di Quirino, mentre nel 2012 guarda la foto (scattata nel 1932 da Scheuermeier) con il padre, il fratello e la madre, allora incinta proprio di Gabriella