Spunta un certificato medico falso, o comunque dubbio, nel caso della morte del calciatore bergamasco della Fiorentina, Davide Astori, morto improvvisamente nella camera d’albergo a Udine nella notte del 4 marzo 2018, dove la squadra si trovava in ritiro per preparare la sfida contro i friulani.
Secondo il quotidiano La Nazione non sarebbe stato eseguito un esame,a “’Elastografia ad ultrasuoni” (Strain) in grado di valutare in modo non invasivo il grado di elasticità dei tessuti, una sorta di tecnica di “palpazione elettronica” in grado di analizzare sistematicamente le differenze strutturali dei tessuti, specie in aree non adeguatamente valutabili con il solo esame clinico, in grado di scoprire possibili anomalie del cuore. Di questo accertamento sarebbe stato presentato un certificato retrodatato al 10 luglio 2017 quando il difensore viola venne sottoposto alle visite mediche per idoneità agonistica. Per questo è indagato per falso il professor Giorgio Galanti, ex direttore del centro di riferimento regionale di Medicina dello sport dell’ospedale fiorentino di Careggi in concorso con una sua ex collaboratrice, la dottoressa che ha sottoscritto il documento pre-datato. Galanti assieme al professor Francesco Stagno, direttore sanitario dell’Istituto di Medicina dello Sport di Cagliari era già indagato per omicidio colposo (il calciatore aveva giocato nel Cagliari anni prima). Cosa può essere accaduto e perché il professor Galanti avrebbe fatto retrodatare quell’analisi? La retrodatazione potrebbe essere un modo per rafforzare la tesi difensiva del medico: cioè, tutti gli accertamenti sono stati eseguiti seguendo il protocollo. Oppure molto più banalmente l’esame che non è stato trovato nelle prime perquisizioni a Careggi e sarebbe emerso ora perché magari era disperso in qualche cartella, in qualche cassetto, in qualche archivio.