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Nuove regole per contenere i cinghiali in Lombardia. Il Consiglio regionale, con 51 voti a favore e 10 contrari (M5S e Sel), ha approvato la legge per la “gestione faunistico-venatoria del cinghiale”. “Oggi – ha detto il relatore Alessandro Sala (Lista Maroni) – abbiamo fatto una sintesi tra le istanze degli agricoltori e quelle del mondo venatorio e degli ambientalisti”. Tra le novità introdotte è previsto il dovere di risarcire fino al 30% i danni causati dai cinghiali nelle aree dove è consentita la caccia. Per il triennio 2017-2019 sono previsti 300.000 euro all’anno per i risarcimenti. Regione Lombardia delibererà entro 180 giorni dall’entrata della legge la suddivisione del territorio lombardo in aree idonee e in aree non idonee alla presenza del cinghiale.

La legge stabilisce che la “gestione del cinghiale” avviene “mediante prelievo venatorio”. Sono state stabilite anche regole per il recupero degli animali feriti e delle carcasse. Nel territorio lombardo si stima siano presenti non meno di seimila cinghiali, concentrati nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Sondrio e Varese, e più di 4 mila nella zona appenninica della provincia di Pavia. Dal 2004 al 2015 sono stati registrati oltre 6500 eventi dannosi alle produzioni agricole a titolo di indennizzo sono stati erogati oltre 2,5 milioni di euro (cifra basata sulle risorse disponibili, non sul danno prodotto).

Critiche alla legge da M5S: “E’ una legge che umilia gli agricoltori, votata ad hoc per tutelare gli interessi dei cacciatori – ha commentato il consigliere Giampietro Maccabiani -. I cinghiali in Lombardia rappresentano da oltre 30 anni un problema per l’ambiente, per gli agricoltori e anche per i cittadini. I numeri parlano di circa 10.000 esemplari stimati in tutta la regione. Negli ultimi 12 anni ne sono stati ammazzati in azioni di caccia quasi 43.000, vale a dire oltre 4 volte l’intera popolazione attualmente presente”. “Ormai la Lombardia è come un gigantesco luna park per i cacciatori di cinghiali”.