Novità per il Museo della Fotografia storica Camuna

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Anche se i cancelli del grande parco sono chiusi e sembra che all’interno di villa Guidetti a Borno non ci sia nessuno, in quella che è la sede del Museo della fotografia storica camuna si lavora in silenzio.

Quest’anno, per il museo, non è prevista l’apertura in questo periodo natalizio. Accogliendo la richiesta dell’amministrazione comunale che ha adottato un severo programma di risparmio energetico i responsabili dell’esposizione che raccoglie migliaia di foto da fine 800 al 1970 anno deciso di aprire solo quando sono costituiti gruppi di almeno 20 persone. Le prenotazioni si manifestano presso la sede della Pro Loco che gestirà i servizo delle visite  Intanto è in preparazione il catalogo del museo che in oltre 200 pagine racconta, attraverso la fotografia in bianco e nero, la valle Camonica di un tempo. E il materiale non manca; il grande archivio da cui attingere è una sicurezza, certo trasportarlo tutto su forex ha dei costi proibitivi e i contributi in denaro si contano sulle dita di una mano.

Eppure i numeri hanno dato ragione ai responsabili del Museo e a suon di migliaia di ingressi villa Guidetti, per troppo tempo relegata al ruolo di un  immobile sconosciuto, è finalmente vissuta e apprezzata nella dislocazione delle 17 stanze che la compongono.  Il comune di Borno si è convinto che sull’altopiano può concretizzarsi un vero Centro o Polo della fotografia affiancando al Museo una mostra permanente dedicata a Simone Magnolini noto fotografo di un tempo che ha lasciato un patrimonio fotografico veramente interessante.  Attualmente la mostra del Magnolini occupa tre stanze del museo, già alle prese con problemi di spazio,  per cui l’amministrazione, grazie ad un contributo regionale sistemerà l’abitazione del guardiano della villa dando spazio alle due espressioni Museali.

Intanto il Museo lancia un appello a tutti i possessori di vecchie fotografie della Valle Camonica  e dei suoi abitanti, “Non disperdete un patrimonio irripetibile – dice il Presidente del Museo, Antonio Martinelli – chi ha del materiale fotografico di un tempo lo metta a disposizione della comunità. Le vostre fotografie saranno scannerizzate e trasferite su computer e vi verranno restituite in breve tempo. Tutti potranno contribuire a far crescere un’idea che è patrimonio di tutti. Noi ci accolliamo l’onere di essere “conservatori di memorie” creando anche spunti per future ricerche e approfondimenti”

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