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Calo produttivo con punte anche del 40% sia sulla produzione dell’uva sia su quella del vino. Una contrazione dovuta agli effetti del maltempo che ha sferzato il territorio provinciale a più riprese.

Luci e ombre stanno caratterizzando la vendemmia 2016  in provincia di Bergamo.  Si è iniziato a staccare i primi grappoli da alcune settimane ma già si prevede un calo produttivo medio piuttosto consistente con punte anche del 40% sia sulla produzione dell’uva sia su quella del vino. Una contrazione dovuta agli effetti del maltempo che ha sferzato il territorio provinciale a più riprese.

A soffrire in modo particolare sono i vigneti del Moscato di Scanzo, il pregiato passito DOGC, colpiti ripetutamente da grandinate e forti raffiche di vento. “Purtroppo – spiega Coldiretti Bergamo – quest’anno gli eventi climatici estremi si sono fatti sentire in modo pesante  in diverse aree della provincia, come le grandinate di giugno e luglio, i violenti acquazzoni e il clima eccezionalmente caldo umido che ha favorito lo sviluppo della peronospora, soprattutto nelle vigne situate nei fondovalle”.

Le prime ad essere vendemmiate  sono state le uve dei vitigni Pinot e Chardonnay atte alla produzione di Valcalepio bianco; seguiranno quelle del Manzoni bianco e, dopo il 20 settembre, quelle rosse  del Merlot, Cabernet, Franconia e quindi quelle del Moscato giallo. “La produzione – continua Coldiretti Bergamo – si prospetta di buona qualità, anche se  molto dipenderà dall’andamento climatico del mese di settembre. Fortunatamente le buone escursioni termiche fra notte e giorno dell’ultimo periodo  fanno ben sperare”. La viticoltura è un settore importante e concorre in modo determinante alla formazione dell’economia agricola provinciale, quindi si attende con il fiato sospeso il bilancio finale. I tecnici di Coldiretti Bergamo  stimano che le perdite per ettaro,  a causa delle  minori produzioni ed i costi più elevati per i numerosi interventi fitosanitari nei vigneti, si dovrebbero aggirare all’incirca tra i 5000 e agli 8000 euro. Si spera in una ripresa dei prezzi e in un posizionamento ottimale sui mercati, anche esteri.
 
La provincia di Bergamo è la quinta area vitata della Lombardia con una superficie coltivata a vite di circa 700 ettari e vanta 4 denominazioni d’origine: una DOCG (la più piccola a livello nazionale) Moscato di Scanzo; 2 DOC, Valcalepio e  Terre del Colleoni; una IGT, Bergamasca. La vendemmia 2016 ha un significato particolare poiché quarant’anni fa veniva attribuita la prima denominazione origine controllata (Doc) al vino bergamasco. E’ stato il Valcalepio Bianco e Rosso a conquistare il riconoscimento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 308 del 18  novembre 1976. “Dalla prima Doc a oggi – conclude Coldiretti Bergamo – la viticoltura bergamasca ha fatto molta strada e ha raggiunto traguardi significativi, grazie alla crescente attenzione degli operatori alla qualità delle produzioni Doc e in particolare delle produzioni Igt “Bergamasca”. E’ importante che si continui ad  investire sulla valorizzazione di questa filiera e sulla promozione dei nostri vini sui mercati esteri dove sono particolarmente apprezzati. Un’altra carta da giocare è quella del turismo enogastronomico inserendo le eccellenze del nostro territorio nel connubio tra il nostro  patrimonio artistico e naturalistico e la nostra tradizione culinaria”.