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Tribunale brescia 2

Morena Piloni torna in libertà

 I giudici del Tribunale del Riesame hanno deliberato la libertà immediata per Morena Piloni, la segretaria dell’Unione dei Comuni delle Orobie bresciane, coinvolta nell’inchiesta riguardante gli appalti pilotati che ha scosso l’alta Vallecamonica e che ha visto come principale imputato l’ex-sindaco di Malonno Stefano Gelmi.

Secondo i Giudici del Riesame, mancano i gravi indizi di colpevolezza e il ricorso è fondato e va accolto, annullando così l’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato agli arresti la donna dipendente della Centrale unica di Committenza dell’Unione delle Alpi Orobie bresciane, travolta dallo scandalo con l’accusa di aver partecipato con il diretto responsabile Gianpaolo Albertoni, e sotto la regia dell’allora sindaco di Malonno Stefano Gelmi, nell’alterazione della gara d’appalto per i lavori di realizzazione della biblioteca di Malonno per un’opera da 450mila euro. Secondo la Procura sarebbe stata coinvolta nella sostituzione, a bando già chiuso, di un’offerta presentata da un imprenditore estraneo al sistema, con quella di un costruttore che invece faceva parte della cordata di aziende amiche di Gelmi e che quindi dovevano lavorare. Il tutto in cambio di un appalto assegnato al compagno, dipendente di un’azienda edile. Il Riesame scrive: «La turbativa d’asta è provata anche alla luce delle ammissioni dei principali indagati Stefano Gelmi e Remo Fona, ma nessun elemento significativo e tanto meno grave emerge quanto alla compartecipazione in qualsivoglia modo della Piloni e nessun dato consente di affermare che l’indagata nelle sue funzioni abbia contribuito affinché il sindaco di Malonno e due imprenditori entrassero in possesso delle buste con le offerte in vista della sostituzione». Sul presunto favore al fidanzato della dipendente pubblica, in cambio del via libera al cambio offerta vietato, il presidente del tribunale del Riesame aggiunge: «La preferenza accordata al preventivo elaborato dalla ditta dove lavora il compagno della Piloni è conseguita alla comparazione con altri preventivi». Cade dunque anche l’accusa di corruzione nei confronti dell’unica indagata dei 16 finiti sotto inchiesta e che aveva scelto il ricorso al Riesame. «Non si comprende poi, sempre secondo la tesi del giudice, quale sarebbe stato per la Piloni e il fidanzato il vantaggio conseguente all’affidamento della fornitura dal momento che il compagno ha riferito di essere dipendente della ditta a stipendio fisso e non risultano che vi fossero contesti personali lavorativi tali da richiedere speciali accreditamenti presso il datore di lavoro». Perde dunque un pezzo l’inchiesta sugli appalti pilotati a Malonno, ma il castello di accuse resta alla luce «delle convergenti ed univoche ammissioni di Fona e Gelmi». L’ex sindaco Gelmi, che dopo alcuni giorni in carcere aveva ottenuto i domiciliari, nell’interrogatorio davanti al Gip aveva ammesso le proprie responsabilità e l’esistenza di un sistema di appalti pilotati.

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