Una delegazione dei mutilati e invalidi civili Anmic della Bergamasca è salita al rifugio Alpe Corte ad Ardesio. E con la Provincia e il Cai è stato varato il programma per l’Accoglienza, l’Accessibilità e l’Aggregazione sui monti. Una giornata tra i monti dell’alta Valle Seriana che da semplice gita si trasforma in un vero e proprio programma d’azione per la Provincia di Bergamo, il Club alpino italianoe l’Anmic-Associazione nazionale mutilati e invalidi civili. Sancisce il Programma delle tre A: Accoglienza, Accessibilità e Aggregazione per tutti, disabili e mutilati compresi, sulle montagne della Bergamasca. La montagna per tutti, quindi, anche per coloro che non hanno la possibilità di muoversi liberamente perché invalidi o disabili. Quella di sabato 23 settembre è stata una giornata sulle Orobie per una delegazione dell’Anmic bergamasca. In una cinquantina si sono ritrovati al laghetto di Valcanale, ad Ardesio (Bergamo), per poi salire, chi da soli e chi accompagnati, fino al rifugio Alpe Corte. Questa struttura è un esempio pratico di ciò che vuole dire “montagna per tutti”, poiché si tratta di un rifugio senza barriere architettoniche. In più la sua gestione è affidata a tre cooperative sociali, la Sottosopra, la Fa-Famiglie e accoglienza e la Alchimia.
Ma la delegazione Anmic – guidata dal presidente provinciale Giovanni Manzoni e accompagnata dal presidente della Provincia Matteo Rossi e dal presidente provinciale del Cai, Paolo Valoti – ha potuto anche percorrere il “Sentiero per tutti” che dal rifugio raggiunge il torrente Acqualina. “E’ stato realizzato nel 2012 – ha spiegato Valoti – con un finanziamento della Fondazione Comunità Bergamasca ed è adatto, come è avvenuto in questa occasione, anche a persone in carrozzella”.
Un’esperienza diretta della montagna che per alcuni dei partecipanti è stata la prima in un ambiente come questo delle Orobie. Uno sforzo che il Cai e le altre istituzioni bergamasche hanno iniziato da tempo e che continua, come per esempio in occasione dell’Abbraccio alla Presolana del 9 luglio: gli oltre 25 mila euro (compreso un contributo della stessa Anmic) raccolti tra i 2.846 partecipanti alla Cordata entrata nel Guinness World Records serviranno proprio per abbattere le barriere architettoniche in un altro rifugio, la Baita Cassinelli, lì sulle pendici della “Regina delle Orobie”. Altri progetti poi vengono avanti: il Cai di Bergamo ha annunciato martedì 19 settembre, in occasione della presentazione del docufilm sull’Abbraccio alla Presolana, la messa all’asta delle corde utilizzate in quel 9 luglio da record del mondo e il ricavato servirà per un fondo a favore dei sentieri delle Orobie. E poi anche il Rotary club di Clusonesta raccogliendo fondi a sostegno di un progetto per rendere accessibile ai non vedenti il sentiero dal Passo della Presolana alla Baita Cassinelli.
“Questa all’Alpe Corte – ha commentato Rossi – è un’altra dimostrazione dell’alleanzatra istituzioni che hanno accettato la sfida di rendere le nostre montagne per tutti. Va reso merito al rifugio Alpe Corte di quanto ha fatto. Ho visto la contentezza dei soci Anmic che non erano mai stati in posti come questo”. Ha aggiunto Manzoni: “Con oggi parte il Programma delle tre A tra Anmic e Cai e coordinato dalla Provincia: Accoglienza, Accessibilità e soprattutto Aggregazione, proprio come è avvenuto qui all’Alpe Corte. Da tempo collaboriamo con gli alpini, ora cerchiamo di fare crescere occasioni come questa: è stata una giornata bellissima, un’esperienza stupenda”.
Ma autorità e partecipanti nel salire all’Alpe Corte hanno anche constatato una criticità: “Le condizioni in cui versa la strada agro silvo pastorale di accesso alla Corte – ha ammesso a fine giornata Valoti – richiedono un intervento non più rimandabile”. Al punto che gli ha fatto subito eco il presidente Rossi: “Sarà compito della Provincia cercare di trovare una soluzione per poter procedere presto alla sistemazione della strada”.