MINORI CON SPETTRO AUTISTICO: GIORNATA MONDIALE DELLA CONSAPEVOLEZZA SULL’AUTISMO: “UN AIUTO CONCRETO PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA DI PAZIENTI E FAMIGLIE”

Milano, 31 marzo 2025 – In occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, che si celebra ogni anno il 2 aprile, Regione Lombardia rinnova il proprio impegno a supporto delle persone con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) e delle loro famiglie. Domani sera, Palazzo Lombardia e Palazzo Pirelli saranno illuminati di blu, il colore simbolo della giornata: un gesto di vicinanza alle famiglie, ai medici, agli operatori e alle associazioni che ogni giorno si confrontano con questo disturbo.

Regione Lombardia è vicina alle persone con autismo non solo a parole, ma anche con azioni concrete, come dimostra il Piano Operativo Regionale Autismo (POA 2024-2028), che potenzia la rete interdisciplinare per la diagnosi e la presa in carico di queste persone. Con oltre 16 milioni di euro, il POA ha finanziato 55 progetti destinati a creare, su tutto il territorio regionale, spazi, attività e servizi sempre più inclusivi. Inoltre, oggi è stata presentata una mozione in Consiglio Regionale, a firma del centrodestra, che invita l’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, a potenziare e incrementare i servizi previsti per i minori con ASD e le loro famiglie.

Come ha sottolineato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Diego Invernici durante il suo intervento in aula, “Ogni euro speso in più per assistere un bambino autistico è un investimento in autonomia, dignità e inclusione per il futuro”. Secondo i dati più recenti, 1 bambino su 77 in Italia è colpito dai disturbi dello spettro autistico: “Dietro ogni famiglia c’è un impegno quotidiano per garantire al proprio figlio le terapie necessarie, spesso a costi insostenibili per il bilancio familiare. Le terapie comportamentali intensive, come l’ABA, possono arrivare a costare fino a 1000 euro al mese, e, nella maggior parte dei casi, le famiglie non riescono a trovare soddisfazione nei servizi offerti dal sistema sanitario pubblico”, ha ricordato Invernici.

Le evidenze scientifiche sono inequivocabili: l’intervento precoce e intensivo cambia il percorso di vita di un bambino, arrivando in alcuni casi a un aumento nel quoziente intellettivo e a miglioramenti significativi nelle abilità cognitive, linguistiche, di apprendimento e sociali: “Per queste ragioni – commenta Invernici, il Piano Operativo Regionale Autismo 2024-2028 rappresenta un passo importante, ma le misure economiche previste non sono sufficienti per alleviare concretamente il carico finanziario che le famiglie si trovano ad affrontare. È proprio su questo punto che si concentra la mozione: rendere più accessibile e continuativo il diritto alle cure, affinché le condizioni economiche non siano un ostacolo”.

In merito a questo, il consigliere Invernici ha portato in aula i dati emersi da una sua richiesta ad ATS Brescia dello scorso anno: “Grazie a Regione Lombardia, per il biennio 2022-2023 sono stati assegnati all’Agenzia Bresciana di Tutela della Salute 1.910.686 euro. Tuttavia, sono stati richiesti e utilizzati voucher per un valore complessivo di 174.000 euro, con un residuo inutilizzato di 1.715.968 euro. Questo significa che i servizi terapeutici erogati alle persone con disturbi autistici non utilizzano le risorse del budget: questa situazione merita un approfondimento per capirne la causa, in quanto si presenta una situazione non affrontata dalla mozione ma che necessita di un urgente approfondimento dalla Direzione strategia welfare. Anche Fratelli d’Italia sostiene l’assegnazione di maggiori risorse per l’assistenza diretta alle persone con autismo, per la diagnosi precoce, per la terapia in età infantile e per alleggerire il carico assistenziale delle famiglie, senza che siano le condizioni economiche a fare la differenza. “Ogni euro speso in più per assistere un bambino autistico è un investimento in autonomia, dignità e inclusione per il futuro”.

“Il nostro impegno – ricorda Christian Garavaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale –  è mirato a implementare gli strumenti di inclusione sociale e lavorativa, sia per le persone con autismo che per le loro famiglie. . Tuttavia, non possiamo dimenticare che la vera sfida non finisce con l’infanzia. Un aspetto cruciale del nostro impegno riguarda il “dopo di noi”, cioè l’assistenza e il sostegno alle persone adulte con autismo. È fondamentale garantire loro opportunità di vita indipendente, favorendo percorsi di autonomia abitativa e lavorativa”.

La diciottesima Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo ci invita a riflettere sull’efficacia delle politiche e delle azioni intraprese finora. “Dopo 40 anni di attività con la Regione Lombardia – dice Anna Bovi Curtarelli, presidente di Angsa Lombardia – e aver ottenuto la Legge Regionale sull’Autismo nel 2016, il Piano Operativo sull’Autismo 2021-2024 ha presentato il progetto ‘AUTISMO IN’ il 12 settembre 2024 alle Commissioni regionali. Questo progetto propone un percorso educativo mirato all’autonomia, all’avviamento lavorativo e all’autonomia abitativa per le persone adulte con autismo. Non possiamo più permettere che l’autismo sia visto come una condizione di ‘emarginazione’ e ‘scarto’. È necessario un cambiamento culturale che dia alle persone con autismo la possibilità di vivere una vita piena e indipendente. In questa ottica, diventa fondamentale creare nuovi modelli di comunità che valorizzino le persone, con un affiancamento costante di operatori formati e risorse adeguate, che oggi purtroppo sono sempre più difficili da reperire”.

Angsa Lombardia ha avviato il progetto “AUTISMO IN” con il percorso “Indipendente a modo mio” e l’attività sportiva Dragon Boat: “Abbiamo aderito alle iniziative di Cascina Sella Nuova e Cascina Monterobbio, che offrono modelli di vita solidale e inclusiva, oltre a numerose attività per le persone con autismo. Purtroppo, molte famiglie con figli adulti autistici si trovano ancora in difficoltà. Il loro timore più grande è quello di non riuscire a garantire un futuro dignitoso e inclusivo per i propri cari, una volta che non potranno più assisterli. È nostro dovere non solo supportarle, ma lavorare concretamente per costruire una società in cui nessuna persona venga mai più lasciata indietro”.

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