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«Io non voglio dire niente per non portare sfiga, ma la gara la vedrò e già so, in cuor mio, come andrà a finire…». Michela Moioli ce lo aveva confessato ieri sera, in un’allegra telefonata piena di risate, sorrisi e speranza, il suo dolce presentimento.

Lei, capace di riemergere dalla neve e dal dolore per quel ginocchio fracassato proprio nella finale olimpica di Sochi 2014, per risalire fino al trionfo nello snowboard cross a PyeongChang, sapeva che la sua amichetta Sofia Goggia non avrebbe mancato l’appuntamento col destino a cinque cerchi.

Si erano sentite, messaggiate, pensate, fatto coraggio fin quasi al cancelletto di partenza, Michela e Sofia. L’una con l’altra, l’una per l’altra. Condividono tanto, le donne d’oro (insieme alla valtellinese Arianna Fontana) della nostra spedizione tra i ghiacci e le nevi sudcoreane: entrambi bergamasche (Michela abita alla Busa di Nese, frazione di Alzano Lombardo, in val Seriana; Sofia in val di Astino), spesso si allenano insieme, con la stessa mental-coach e lo stesso preparatore atletico, Matteo Artina.

Insomma un intreccio di sangue e sentimenti che a PyeongChang ha prodotto due gemme d’oro. (fisibergamo.it)