Nelle sedi sindacali della FIOM-CGIL di Bergamo stanno arrivando i primi dati sull’adesione allo sciopero di oggi in alcune aziende del territorio: le percentuali sono alte, in alcune realtà “molto rilevanti – commenta Andrea Agazzi, segretario generale provinciale di categoria – anche considerando la recente mobilitazione generale con l’astensione dal lavoro indetta da CGIL e UIL il 29 novembre, a cui i metalmeccanici hanno partecipato in maniera davvero massiccia”.
Si confermano, dunque, le previsioni espresse alla vigilia di questa nuova protesta, molto sentita tra i lavoratori. “La partecipazione che vediamo oggi conferma, anche nel sentire comune, la centralità del contratto nazionale come strumento di tutela delle condizioni economiche e di lavoro delle persone” aggiunge Agazzi.
Dopo sei mesi di confronto sul rinnovo del Contratto nazionale del comparto, il 12 novembre scorso si era consumata la rottura al tavolo della trattativa. Oggi, dopo quasi quattro settimane di blocco dello straordinario e delle flessibilità e dopo la mobilitazione del 29 novembre, si incrociano di nuovo le braccia per 4 ore, alla fine di ciascun turno. Si tratta della prima parte del pacchetto di 8 ore proclamate da FIOM-CGIL, FIM-CISL e UILM-UIL a livello nazionale, ma articolate in maniera diversa provincia per provincia.
Ecco i dati attuali sulla partecipazione allo sciopero in Bergamasca (solo i turni che potevano scioperare fino a questo momento, e solo in produzione):
Tenaris-Dalmine: oltre 85%, linee ferme
Brembo di Curno: reparto montaggio 70%
Abb di Dalmine: 80%
Exide di Romano di Lombardia: 80%
Evoca di Valbrembo: 75%
Somaschini di Trescore: 90%
Itema di Colzate: 90%
Mazzucconi di Ponte San Pietro: 70%
Schneider di Stezzano: reparti basse e media tensione 75%
Altub di Cividate: produzione ferma, 90%
Gildemeister di Brembate di Sopra: 90%
Rono di Locate: oltre il 90%
Bianchi Vending di Verdellino: 80%
Officine Vittorio Villa di Castel Rozzone: 70%
“La controproposta avanzata da Federmeccanica-Assistal di fatto ignora la piattaforma votata dai lavoratori e presentata al tavolo. La controparte pretende di proseguire la trattativa su tutt’altra proposta, utilizzando la fase congiunturale attuale per definire un rinnovo che poi avrà vigore per i prossimi anni. Dopo la rottura avvenuta il 12 novembre, è arrivato il momento di riconquistare il tavolo della discussione, ripartendo dalle proposte votate da chi, nelle fabbriche di tutto il Paese, ci lavora” aveva dichiarato lunedì il segretario generale della FIOM-CGIL di Bergamo, Agazzi.
“Federmeccanica-Assistal sembrano dimenticare che negli ultimi anni, quelli seguiti alla pandemia, i profitti del comparto metalmeccanico sono stati da record, anche nella provincia di Bergamo, e tuttavia solo in misura limitata reinvestiti nelle aziende” ha proseguito il sindacalista, entrando poi nel merito dei singoli nodi che hanno bloccato il confronto. “Al capitolo salariale, non solo è stata respinta la nostra richiesta di un aumento di 280 euro (livello C3, ex 5°), ma la contro-piattaforma di Federmeccanica e Assistal tenta di limitare l’incremento dello stipendio collegandolo esclusivamente all’andamento dell’inflazione, dunque senza aumenti certi. Si peggiorerebbe per giunta la clausola di salvaguardia, cioè si ritarderebbe di 6 mesi il recupero dell’inflazione non preventivata”.
“Non vediamo, poi, alcuna apertura finalizzata alla riduzione dell’orario di lavoro richiesta, oggi più che mai diventata tema di discussione, anche alla luce dei cambiamenti in atto per la doppia transizione digitale ed ecologica. La parte datoriale sta evidentemente anche cercando di appropriarsi della gestione dei permessi annui retribuiti per gestire unilateralmente i cali produttivi, facendone uno strumento di flessibilità. Serve invece garantirne la fruibilità – anche con permessi aggiuntivi – per conciliare i tempi di vita, di cura dei figli e genitori, con quelli di lavoro”.
“A proposito di precariato, non c’è nessuna disponibilità da parte datoriale a condividere regole per la stabilizzazione dei contratti precari attraverso il Contratto nazionale. Infine, non registriamo alcuna garanzia economica e occupazionale per i lavoratori in caso di cambio appalto. Ribadiamo – e lo facciamo anche incrociando le braccia – la necessità che la trattiva riparta dai contenuti della piattaforma approvata dai lavoratori. Entro il 15 gennaio a livello territoriale svolgeremo poi le altre 4 ore del pacchetto. Nel frattempo, da domani permane il blocco dello straordinario e delle flessibilità”, ha concluso il sindacalista.