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Maturità 2021: un rito di passaggio in tempo pandemico

Con l’avvicinarsi dell’estate, mancano sempre meno giorni ai temutissimi esami di maturità. La pandemia ha portato non poche modifiche: le due prove scritte, infatti, saranno sostituite da un colloquio rinforzato che durerà circa un’ora e sarà articolato in 4 fasi.

Il maxi-orale prevede:

  1. La presentazione dell’elaborato sulle discipline d’indirizzo, ovvero un argomento concordato che sarà assegnato dai docenti entro il 30 aprile e gli studenti dovranno consegnarlo entro il 31 maggio. L’elaborato potrà avere la forma più varia, in modo da tenere conto della specificità dei diversi indirizzi di studio, della progettualità delle istituzioni scolastiche e delle caratteristiche della studentessa o dello studente in modo da valorizzare le peculiarità e il percorso personalizzato compiuto.
  2. La discussione di un breve testo, già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana(i testi predisposti per questa fase dovranno essere indicati nel documento del 15 maggio).
  3. Un materiale assegnato dalla commissione sempre coerente con il percorso fatto.
  4. L’esposizione delle esperienze svolte nell’ambito del PCTO.

I colloqui inizieranno il 16 giugno, data individuata come giorno d’inizio della maturità 2021. La commissione sarà interna, l’unico membro esterno sarà il presidente. L’ammissione sarà valutata dal consiglio di classe, e la partecipazione all’Invalsi e il completamento delle ore di PCTO non saranno requisiti obbligatori.

I maturandi del 2021, come i compagni dell’anno precedente, hanno avuto sicuramente un’esperienza di esami totalmente diversa da quella canonica. Di certo c’è che la maturità è sempre una sorta di rito di passaggio, una delle prime prove che studenti e studentesse si ritrovano ad affrontare da soli, con il solo ausilio delle proprie forze. Ogni anno è sempre la stessa storia: si pensa di non farcela, di non aver studiato a sufficienza, si spera che gli insegnanti facciano quella domanda che permetta di mostrare tutto lo studio matto e disperatissimo, e che non chiedano, invece, quell’argomento che proprio non si riesce a memorizzare. Tanta paura e ansia per poi accorgersi che non era poi così difficile, che tutto sommato le prove che la vita ci predispone possono essere affrontate, se con il sorriso è ancora meglio.

I ragazzi che quest’anno dovranno affrontare gli esami hanno già superato una serie di difficoltà che la pandemia ha messo loro di fronte: a volte dimenticati dal sistema – forse perché non produttori di reddito – sono stati la categoria alla quale sono stati richiesti maggiori sacrifici.

                               Maria Ducoli

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