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Dallo Stadio Engenhao di Rio de Janeiro arriva l’ennesima impresa di Martina Caironi: l’azzurra, portabandiera della delegazione italiana, conquista la prima medaglia dell’atletica azzurra alle Paralimpiadi brasiliane, vincendo l’argento nel lungo T42.

La Caironi sbaraglia la concorrenza di otto avversarie con un salto di 4,66. L’inizio è dei migliori: dopo aver piazzato un ottimo 4,54 al primo tentativo, eguaglia subito dopo il record italiano di 4,60 che gli appartiene, per poi superarlo di 6 cm alla quinta prova. La sua stupefacente prestazione nulla può però contro l’attuale primatista del mondo Vanessa Low, l’acerrima rivale tedesca che è stata capace di saltare la stratosferica misura di 4,93, migliore prestazione iridata di tutti i tempi, a +14 cm dal suo limite precedente. Terza posizione per la cubana Malu Perez Iser (3,92). In questa specialità, la 27enne bergamasca ha collezionato, nella sua fulminante carriera, cinque podi nelle più importanti manifestazioni internazionali, tra cui un oro risalente ai Mondiali di Lione del 2013 e un argento guadagnato a Doha l’anno scorso. A fine gara l’entusiasmo della saltatrice azzurra è alle stelle: “È una sensazione bella, già dall’ora di pranzo sentivo le farfalle nello stomaco e le ho tenute fino al momento di entrare nello stadio con il tifo di questi brasiliani fantastici. Il vero obiettivo era fare il personale, per ora i 6 cm mi bastano perché a febbraio avevo rischiato di non fare le Paralimpiadi per un infortunio. Quando la Low ha sparato questi salti incredibili, mi sono detta ‘non vinci, prova a fare almeno un salto bene’. Per fortuna ho ancora margini di miglioramento soprattutto a livello tecnico nella salita del ginocchio destro, ma ho bisogno di tempo per lavorarci”.