Cappotti per i baby vitellini e coperture per le verdure, lampade anti gelo e impianti di riscaldamento in azione. Così, nelle campagne lombarde, ci si prepara all’arrivo del grande freddo. È quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti regionale in vista della massa di aria gelida che sta per investire la Lombardia, portando con sé un brusco calo delle temperature.
“Per proteggere i vitelli appena nati li sto coprendo con dei cappottini – spiega Simone Minelli, allevatore di Motteggiana (Mantova) e produttore di Parmigiano Reggiano -, mentre in stalla è importante che la temperatura dell’acqua per gli animali rimanga intorno ai 20 gradi. Per questo utilizzo un impianto che mi permette di riscaldare quella più fredda del pozzo. In sala di mungitura, infine, cerchiamo di mantenere la temperatura ideale grazie a delle lampade apposite”. “In generale di notte – racconta Gianenrico Grugni che alleva mucche da latte a Cervignano d’Adda (Lodi) – contro il freddo intenso si usano le lampade elettriche riscaldanti, quelle a luce rossa”.
“Per consentire agli animali di affrontare al meglio il clima rigido – racconta Giorgio Piovanelli produttore di latte di Zanica (Bergamo) – abbiamo arricchito la razione alimentare con cibi più energetici e ci stiamo preparando per scaldare le tubature degli abbeveratoi sia per evitare sbalzi eccessivi tra la temperatura dell’acqua ingerita e quella del corpo degli animali, sia per scongiurare eventuali rotture in caso di congelamento”.
In allerta anche i produttori di verdura: “Nelle serre non riscaldate – spiega Alberto Brivio, titolare di un’azienda orticola a Bergamo – si preparano i teli da stendere come ulteriore copertura per riparare e isolare le piantine, soprattutto quella a foglia che sono particolarmente delicate. Ci potrebbero essere problemi anche per gli impianti di irrigazione che si potrebbero rompere con il congelamento dell’acqua, quindi per evitare danni verranno completamente svuotate e, nel limite del possibile, coperte le tubature”. “Il freddo estremo – conferma Elena Zibetti, 45 anni, di Cairate (Varese) – rischia di far gelare le piante nel momento del raccolto. E quelle piccole da mettere a dimora morirebbero. Per proteggerle dal freddo bisogna stendere il tessuto non tessuto in più strati sovrapposti e ritardare i trapianti”. Giorgio Perego, orticoltore di Cernusco sul Naviglio (Milano), non nasconde la sua preoccupazione: “Questo freddo intenso annunciato arriva dopo un gennaio e un febbraio non rigidi, nei quali le nostre colture sono maturate anche più del previsto e ora con il calo repentino delle temperature rischiano di subire un contraccolpo decisivo. Le insalate in questo momento non possono essere raccolte e con il gelo rischiano di rimanere segnate. Per cetrioli e altri primi trapianti di verdure piccole si potrebbe perdere tutto. L’unica è coprirli con teli.”
Negli allevamenti, intanto, sono in funzione i macchinari riscaldanti. “Temperature troppo basse – racconta Filippo Marangotto, 36 anni, che Varese alleva polli, anatre, oche e faraone – possono dare problemi ai pulcini che hanno bisogno di alte temperature. Per far fronte all’ondata di gelo saremo costretti a far lavorare gli impianti al massimo per mantenere almeno 27gradi all’interno dell’allevamento”. “Sarà fondamentale riscaldare al meglio le stalle – gli fa eco Maria Paglioli, 49 anni, che con la sorella Pierangela gestisce un piccolo allevamento di maiali a Castelverde (Cremona) – In questo momento abbiamo in stalla 1500 suinetti del peso di 45-50 chili. Sono ancora piccoli, hanno bisogno del giusto tepore. Con l’arrivo del grande freddo il nostro primo impegno sarà quello di garantire il riscaldamento più adeguato, anche con l’utilizzo dei soffioni. Per l’azienda sarà una spesa significativa in più, ma è necessaria per assicurare il benessere degli animali”.
Sulle colline dell’Oltrepò Pavese sono già scesi i primi centimetri di neve, e anche i trattori degli agricoltori Coldiretti sono stati mobilitati per pulire le strade. Nelle campagne di queste zone anche i cereali e i frutteti destano preoccupazione: “Se le temperature, come dicono, dovessero andare davvero così tanto sotto zero – afferma Giancarlo Bertella, allevatore di mucche varzesi a Varzi (Pavia) – il gelo potrebbe strappare le radici di orzo e grano, che si sono sviluppati poco a causa della siccità”. “A meno 15 gradi potrebbero crearsi dei danni strutturali alle piante da frutto, con fessurazioni nel tronco – ribatte Davide Zanlungo, che sempre a Varzi coltiva otto ettari di frutta – Le prime a soffrire col gelo sono pesche, albicocche, susine e ciliegie. Ma se dovessimo raggiungere i meno 20 gradi potrebbero avere dei danni anche le mele”.
Sorvegliati anche gli uliveti, come racconta Antonella Pesenti, 59 anni, di Lenno (Como): “Siamo preoccupati perché questo gelo estremo rischia di bruciare le gemme che gli ulivi hanno prodotto in questo periodo, visto che aveva fatto relativamente caldo. L’unica fortuna è che non abbiamo già effettuato la potatura, che ovviamente ritarderemo ancora per non compromettere anche la pianta stessa”. “Nelle nostre zone – precisa Nadia Turelli di Sale Marasino (Brescia) – qualche giorno di freddo non fa male, ma se le basse temperature si dovessero protrarre, potrebbero esserci grossi danni alle piante come nel 1985, quando la grande gelata ha seccato tutti gli ulivi. Se consideriamo che per rientrare in produzione ci vogliono almeno 10 anni, si capisce la gravità della situazione”.