Circa poco più di 1000 euro e tutti in monetine da un centesimo, per un totale di sei sacchi ed un peso complessivo di centosessantotto chili. A preparare la modesta cifra composta dalla moneta da tanti considerata “scomoda”, il Sindaco di Malegno, Paolo Erba, che deve restituire la somma allo Stato -costituisce l’importo del cinque per mille che i duemila cittadini malegnesi hanno devoluto al municipio nel 2014-.
A causa di un ritardo dell’Amministrazione nella rendicontazione della somma per tempo – è stata rendicontata con 20 giorni di ritardo -, il Ministero ha imposto la restituzione del denaro che viene utilizzato per aiutare le famiglie di disabili. Il primo cittadino ha motivato il ritardo alla ragioneria dello Stato, dovuto al solo dipendente in grado di rendicontare le donazioni, ma invano. Il Sindaco ha inoltre cercato di parlare con l’Amministrazione finanziaria dello Stato, ma anche in questo secondo tentativo non ha ottenuto alcuna risposta, così ha deciso di raccogliere la somma tutta costituita simbolicamente da monete da un centesimo, per un totale di 1101,36 euro e di scrivere una lettera indirizzata al presidente del consiglio Giuseppe Conte e ai ministri dell’Interno, Luciana Lamorgese, e della Pa, Fabiana Dadone come accompagnamento dei sacchi. Nella suddetta lettera, lo stesso sindaco afferma di avere scritto: “Perdonate il gesto, ma vivo la sensazione di essere considerato, metaforicamente, come la banda bassotti che cerca di rapinare Paperon de Paperoni. Questa situazione kafkiana svela un problema a cui chiedo di interessarvi, per favore: lo Stato sta ingolfando l’attivita’ dei piccoli comuni attraverso i numeri voli richieste di dati, adempimenti e rendicontazione. Gradirei che un funzionario venisse qui a ritirare i sacchi, ne vorrei approfittare per mostrare come si sopravvive e lavora in un comune all’estrema periferia dell’impero”.
Immagine del Giornale di Brescia.