Due fine settimana all’insegna di un’acclamata eccellenza gastronomica, capaci di unire migliaia di persone in un evento che ha meritato unanimi consensi. Si è chiusa domenica 6 ottobre la diciassettesima edizione de “I Giorni del Melgotto” dedicata al Mais Spinato di Gandino. Una kermesse che ha messo al centro prodotti e produttori della filiera, ma anche aspetti culturali e didattici. La novità principale di quest’anno è stata la collocazione di pranzi e cene a tema nell’inedito contesto di Palazzo Zilioli, dove ha sede la Comunità alloggio Magda che dal 1981 ospita persone con disagio psichico. Le sale di quella che un tempo era l’antica limonaia incastonata nel parco con piante secolari hanno stupito non poco i commensali, immersi in un contesto di grande prestigio e deliziati dall’ottima cucina, garantita dagli staff dell’Associazione Fanti di Giuseppe Manzella e dai giovani guidati da Alessandro Moro che hanno servito fumanti Spinate.
Da non dimenticare il lavoro di coordinamento cui hanno contribuito Clemente Savoldelli, Emanuel Caleca, Lorenzo Aresi, Silvia e Giusi Bosio, Angelo e Ileana Persico, Giambattista Gherardi, Filippo Servalli, nel doppio ruolo di Sindaco di Gandino e socio fondatore (ora segretario) della Comunità del Mais Spinato di Gandino. Ottimi riscontri anche per le visite guidate a Palazzo Radici Zanchi, dove i turisti hanno vissuto una “full immersion” medievale grazie a figuranti che indossavano costumi realizzati con maestria da Antonia Zenoni.
“Abbiamo chiuso queste giornate indimenticabili – hanno scritto gli organizzatori in un accorato messaggio sui social – con una serata fra amici nelle sale di Palazzo Zilioli, casa dei ragazzi della Comunità Magda, che per due settimane è diventata anche casa nostra, dei gandinesi e di tutti coloro che con noi hanno condiviso le specialità a base di Mais Spinato di Gandino. In tavola, nella gioia del momento conclusivo, è arrivata una grande cassa di legno con la scritta Champagne, che non necessariamente doveva contenere il pregiato spumante. Poteva essere semplicemente una cassa di ricordi, scelta come souvenir e utile per la sua capienza. Quella cassa racchiudeva invece il senso delle attese che tutti noi abbiamo riposto nell’edizione di quest’anno: la nuova stupenda location incastonata nel parco, i legami di amicizia con i ragazzi padroni di casa, l’eccellenza del cibo, l’organizzazione assolutamente non facile di spazi e servizio. Nella cassa (e non certo in quella dei conti economici) c’erano davvero tante attese che sono diventate sfide entusiasmanti. Eh sì, perché alla fine nella cassa portata in tavola, c’era davvero una grande bottiglia di Champagne, di quelle da aprire solo e soltanto nelle grandi occasioni. E l’occasione e le sensazioni sono state davvero incredibili. Chiamatele, se volete, emozioni. A tutti un grazie infinito e soprattutto un arrivederci, perché il Mais Spinato è per sempre!”.
Da segnalare anche gli importanti eventi nazionali e internazionali che hanno fatto da ideale corollario a “I Giorni del Melgotto”. Innanzitutto, nel primo fine settimana, il Campionato Mondiale di Plogging disputato a Gandino e Bergamo, poi l’incontro nel complesso del Monastero di Astino a Bergamo organizzato da Accademia della Cucina Italiana e Orto Botanico Lorenzo Rota dedicato al Fagiolo di Clusven, il legume riscoperto in Val Gandino e parte del progetto INCREASE promosso dall’Unione Europea con capofila l’Università delle Marche. Di livello internazionale la partecipazione a Torino, con i delegati Antonio Rottigni ed Andrea Messa, a “Terra Madre Salone del Gusto 2024” organizzata da Slow Food. La Comunità del Mais Spinato di Gandino è fra i promotori della rete Slow Mays, che nel 2023 ha trovato compimento in un manifesto nazionale sottoscritto dai produttori italiani di mais locali ad impollinazione libera.
Ultima, ma non certo meno rilevante, anzi, la visita a Gandino dei delegati della rete internazionale “Pueblos del Maiz”, nata nel 2013. Unisce da quest’anno Bergamo e Gandino alle Città Creative UNESCO della Gastronomia di Merida (Messico), Tucson (Arizona) e San Antonio (Texas). Le delegazioni straniere (con loro anche la rappresentante di Iloilo delle Filippine) hanno sperimentato la raccolta pannocchie nel campo di Bernardo Savoldelli, visitato Cà Parecia (dove furono rintracciati i semi del Mais Spinato di Gandino) e il Mulino di Clemente Savoldelli. In centro storico hanno apprezzato la vita dinamica di mercato settimanale ed esercizi commerciali, così come le bellezze architettoniche del borgo. Non potevano mancare il sontuoso pranzo a Palazzo Zilioli e i saluti finali sulla piazza del municipio, con la scartocciatura delle pannocchie e l’accompagnamento musicale de “I Rataplam” di Mapello. In mattinata si è tenuto un importante convegno nel Salone della Valle, con interventi fra gli altri di Colleen Swain (coordinatrice della rete Città UNESCO della Gastronomia), Claudio Cecchinelli (Focal Point Bergamo Città Creativa UNESCO della Gastronomia), i ricercatori Carlotta Balconi e Alessio del CREA Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali di Bergamo e l’esperta Elisabetta Lupotto, già dirigente di ricerca CREA. In definitiva un’edizione davvero memorabile, che vivrà presto anche un’ulteriore coda: mercoledì 16 ottobre è in programma un seminario all’Istituto Alberghiero di Nembro, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. A lavorare attorno al tema “Agrobiodiversità e sostenibilità delle produzioni agroalimentari per l’Agenda UN 2030’’ interverranno Elisabetta Lupotto e Gabriele Rinaldi, direttore Orto Botanico “Lorenzo Rota” di Bergamo.