Oltre 300 uomini impegnati nell’operazione “Leonessa” che ha colpito la cosca mafiosa della stidda nel suo quartier generale di Brescia e che ha portato all’arresto di 69 persone e a sequestri per 35 milioni di euro.
L’indagine, condotta dalla Squadra mobile di Brescia e dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, con il supporto del Servizio centrale operativo, ha portato a conoscere la nuova evoluzione della mafia.
I criminali hanno sostituito ai reati tradizionali nuovi business illegali, utilizzando come anello di congiunzione tra i mafiosi e gli imprenditori, i “colletti bianchi”; questi ultimi individuavano in tutta Italia clienti con cui commercializzare crediti fiscali inesistenti.
Nel breve arco temporale di un anno e mezzo, il gruppo criminale è riuscito a commercializzare 20 milioni di euro, ceduti a imprenditori operanti in diversi settori dell’economia.
Seppur il business fosse diverso, gli stiddari avevano mantenuto le antiche modalità mafiose; pure in giacca e cravatta non mancavano le intimidazioni ai concorrenti e la protezione nei confronti degli affiliati.
Le attività di reimpiego e riciclaggio avveniva attraverso società di consulenza, sponsorizzazione di eventi, noleggio di auto e barche, commercio all’ingrosso, gestione di bar, studi medici specialistici.
Tutto ciò ha portato ad un notevole danno sull’economia reale a scapito della parte sana dell’imprenditoria costretta a soccombere a causa della concorrenza sleale della criminalità organizzata.