La liberalizzazione del mercato dell’energia sta innescando forti meccanismi di concorrenza. Purtroppo alcuni fornitori, o nella maggior parte dei casi le agenzie di vendita che operano per loro conto, stanno approfittando della situazione per acquisire clienti tramite comportamenti che per ADICONSUM Bergamo non sono del tutto trasparenti e legali.
Al contrario di quanto si potrebbe pensare, le truffe luce e gas non colpiscono solo gli anziani. Anche perché le modalità con cui i raggiri possono avvenire sono tante, dai falsi rappresentanti che si presentano alle porte delle abitazioni, alle truffe per mail, fino ad arrivare a call center più o meno diretti dagli stessi gestori di energia che attuano pratiche non proprio morali.
“Le vittime sono sempre i consumatori – dice Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo -, ingannati da informazioni omesse o errate e da stratagemmi di ogni genere, con richieste di firme su moduli “informativi” che poi diventano veri e propri contratti, per ritrovarsi con un nuovo contratto e un altro fornitore di luce e gas. Abbiamo avuto diversi casi di firme false e casi di non rispetto del diritto di ripensamento”.
Un altro ”stratagemma” utilizzato dai procacciatori consiste nel convincere le vittime che la società che fino al giorno prima forniva loro luce e gas è stata assorbita da un’altra società, motivo per cui diventa necessario firmare un nuovo contratto, per non rimanere senza servizio.
In altri casi, il raggiro avviene via telefono: una volta recuperati i dati anagrafici dell’utente viene compilato all’insaputa del malcapitato il cambio di gestore con firme false. È capitato anche che alcuni clienti ricevessero contestualmente due addebiti in conto corrente: di fatto, per la stessa fornitura risultavano attivati due RID naturalmente a gestori diversi e i clienti si accorgevano dopo mesi, al ricevimento dell’estratto.
“Per contratto non richiesto della fornitura di energia elettrica e gas si intende un contratto che il cliente ritiene di non aver mai stipulato, oppure un contratto chiuso a seguito di una pratica commerciale ingannevole e quindi scorretta da parte dell’agente commerciale. Il Codice del Consumo, a tutela dei diritti dei consumatori, definisce queste pratiche scorrette ed aggressive.
Già nel 2012 l’Autorità ha emesso un provvedimento per risolvere il problema, nel quale è indicato che per contratti di energia stipulati a distanza o fuori dai locali commerciali, in aggiunta al contratto firmato, il fornitore deve sempre inviare al cliente una lettera di conferma. In alternativa, deve effettuare una chiamata di conferma per registrare la volontà del cliente”.
“Se si è vittima di contatti disconosciuti – continua Busi – è utile fare la denuncia anche alle Autorità e poi sporgere reclamo al gestore non richiesto, il quale dovrà in base alla procedura di ripristino stabilita da Arera, inviare al distributore e al precedente fornitore tutti i dati, affinché il cliente possa tornare alle condizioni di fornitura che aveva prima senza costi”.
Si sta avvicinando la fine del mercato tutelato previsto che, salvo ripensamenti, scadrà il 10 gennaio 2024 e quindi bisogna già da ora attivarsi per scegliere un gestore di fiducia del mercato libero. Per accaparrarsi i clienti i vari gestori stanno proponendo condizioni vantaggiose con contratti a termine.
“Bisogna tenere presente però che in prossimità della scadenza occorre rinegoziare le condizioni per evitare di incorrere in tariffe esose, come abbiamo purtroppo visto in questi mesi, con prezzi più che triplicati. Le Società non hanno avvisato i clienti della fine del contratto concordato o meglio sostengono di aver inviato e-mail o lettere ordinarie mai ricevute. Quindi hanno effettuato modifiche unilaterali. Le conciliazioni attivate in Arera non hanno sortito esito, in quanto l’Autorità non ha chiesto dimostrazione di invio di comunicazioni come a dire che spetta al cliente dimostrare di non aver mai ricevuto avvisi, quindi, la parola del cliente vale meno di quella dei gestori! E in fase di conciliazione le Aziende, anche le più quotate, a fronte di costi maggiori pagati dal cliente, spesso vicini ai mille euro nell’arco di tre mesi, propongono “sconti” di 50 -100 euro. Una vergogna!!”.