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L'Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in festa per i primi 17 laureati della School of Medicine and Surgery

L’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in festa per i primi 17 laureati della School of Medicine and Surgery

Bergamo ha festeggiato oggi pomeriggio i suoi primi laureati in Medicina con un evento organizzato all’Auditorium “Lucio Parenzan” dell’ospedale Papa Giovanni XXIII dal titolo “Sapore di futuro”. Protagonisti i 17 giovani medici del Corso di laurea magistrale internazionale, interateneo, in lingua inglese, Medicine and Surgery, titolo congiunto tra l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e l’Università degli studi di Bergamo, formati non solo nelle discipline mediche, ma anche nelle discipline bioingegneristiche e tecnologiche.

Dopo aver presentato e discusso il 3 luglio presso l’Università di Milano-Bicocca le loro tesi di laurea, tutte di ricerca clinica, i primi diciassette laureati sono stati festeggiati a Bergamo da mondo accademico, famiglie e compagni di studio in una cerimonia a cui sono intervenute moltissime autorità.

Ad aprire l’evento “Sapore di futuro” il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII, Maria Beatrice Stasi che ha fortemente voluto la cerimonia dedicata ai futuri medici. Tra le autorità che hanno portato il loro augurio e i propri auspici ai nuovi medici, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, l’Assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso, intervenuto con un video messaggio, il Consigliere delegato del Ministro dell’Università e della Ricerca, Alessandra Gallone, la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni e il rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Sergio Cavalieri.

A mettere a fuoco il traguardo raggiunto, i docenti del corso di laurea Caterina Rizzi, Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione Università degli studi di Bergamo, Stefano Fagiuoli, direttore del dipartimento di Medicina dell’Asst Papa Giovanni XXIII e Nicola Guindani, ortopedico dell’Asst Papa Giovanni XXIII e tutor del corso, moderati da Enrica Capitoni, responsabile della formazione universitaria dell’Asst Papa Giovanni XXIII e da Maria Grazia Strepparava, presidente del corso di laurea. Hanno chiuso il pomeriggio le testimonianze di due neo laureati, che, visibilmente emozionati, hanno raccontato il loro percorso, prima della premiazione finale e del brindisi.

“L’altruismo, la cura degli altri, il ruolo del medico come mediatore tra malattia e guarigione, la professione medica come lavoro comunitario e come professione che cerca di ricongiungere i pazienti con la propria integrità sono i valori su cui ho costruito il mio percorso – ha detto la neo laureata Angela Ferrari, citando l’antropologa statunitense Margaret Mead, che diceva che il primo segno di civiltà è proprio un femore rotto e poi aggiustato, perché prendersi cura di qualcuno segna l’inizio della civiltà. “Un percorso – ha aggiunto Mario Gaffuri a nome di tutti i compagni di corso – per cui rendo grazie ai docenti e, in particolare, all’ospedale per quello che i suoi medici e tutto il suo personale ci hanno insegnato sin dai primi giorni di università e per tutti gli anni del corso, trasferendo a tutti noi l’arte della medicina”.

Il corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico Medicine and Surgery rappresenta una sfida nel campo della formazione, per molti motivi: perché si pone l’obiettivo di formare medici che sviluppino da subito un approccio “del fare” e sul campo, valorizzando in modo innovativo il ruolo di insegnamento di uno tra i principali ospedali regionali, quale è il “Papa Giovanni XXIII”. Il precoce contatto con i pazienti (già dal secondo anno di corso), il metodo di apprendimento interattivo per sviluppare la capacità di risolvere situazioni critiche, l’approccio alla prevenzione e alla medicina del territorio, la sensibilità agli aspetti etici, ma anche all’impatto economico delle cure, oltre alla forte vocazione internazionale (con un corso interamente in lingua inglese, porta d’accesso anche verso una carriera di ricerca) sono solo alcuni dei punti di forza della proposta formativa.

Un punto di grande innovatività è la presenza nel Curriculum di un’ampia parte di formazione nelle tecnologie sviluppate e applicate alla sanità: solo in questo modo i medici del futuro potranno essere agenti attivi di nuove prospettive e non fruitori passivi dell’esistente.

Gli studenti di medicina di Milano-Bicocca sono i primi a laurearsi con questo doppio profilo di competenze e la loro formazione è solo il primo, essenziale, passo verso un futuro in cui, senza dimenticare la dimensione umana della relazione con il paziente, il prendersi cura degli esseri umani possa avvenire attraverso sistemi e tecnologie sempre più sofisticate; un progetto, sostenuto già dal suo avvio dalla Fondazione Comunità Bergamasca, a cui le due Università di Milano-Bicocca e di Bergamo e l’ospedale Papa Giovanni XXIII stanno collaborando in modo strettissimo anche attraverso il progetto ANTHEM (AdvaNced Technologies for Human-centrEd Medicine), finanziato attraverso il Piano complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e destinato ad iniziative di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale.

I numeri confermano la vocazione internazionale della SMS: gli studenti del corso in Medicine and Surgery sono complessivamente 206, divisi tra 92 maschi e 114 femmine. Di questi 106 studenti sono italiani e 100 stranieri (20 provenienti da Paesi dell’Unione Europea e 80 da Paesi extra Ue). In tutto sono 33 i Paesi di provenienza. I posti disponibili per accedere al corso di studio quest’anno sono 42, 26 per i cittadini comunitari o soggiornanti in Italia e 16 riservati agli studenti extra UE richiedenti visto.

DICHIARAZIONI

Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo

“Oggi è un giorno importante perché premia l’impegno lungo sei anni di nuovi giovani medici ma anche il lavoro dell’ospedale Papa Giovanni che si è prodigato per organizzare, con i docenti interni ed esterni, gli spazi, i tutoraggi, la logistica e i sostenitori per un risultato importante, formare nuovi medici con competenze estremamente innovative ai quali, da qui in avanti, ogni anno si aggiungeranno i laureati delle prossime sessioni, il corso ormai può dirsi “a regime”. Un contributo importante che il Papa Giovanni, in una fase storica di carenza di medici e personale sanitario, ha perseguito con tenacia anche nei momenti più difficili che abbiamo attraversato negli ultimi anni. Ai giovani medici di oggi, e a tutti quelli che da qui in avanti completeranno il proprio corso di laurea al Papa Giovanni auguro di poter accedere alla specializzazione che desiderano per poter presto contribuire al meglio nel nostro sistema sanitario. È una grande soddisfazione essere riusciti a formare, all’interno dei reparti del nostro ospedale, giovani medici cresciuti grazie a un personale ospedaliero straordinariamente competente e generoso, anche attraverso relazioni internazionali di alto livello e con una spiccata propensione all’attività di ricerca accanto all’attività clinica”.

Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo

“Questo è un giorno importante per Bergamo che ha investito negli anni in conoscenza raggiungendo grandi risultati. Si conferma la vocazione del territorio all’internazionalizzazione di cui Università e aeroporto sono stati i motori principali, ma anche la vocazione alla ricerca, all’innovazione e al sapere scientifico. Ci aspettiamo che questa iniziativa – ha concluso il primo cittadino – aiuti Bergamo ad essere una città ancora più attrattiva per i giovani. Sappiamo anche quanto sia importante in questo momento costruire medici e personale sanitario, per dare nuove energie che possano rinforzare un settore che la pandemia ha particolarmente stressato e che soffre, in Lombardia, le tante difficoltà emerse a livello territoriale”.

Guido Bertolaso, Assessore al Welfare di Regione Lombardia

“Sono orgoglioso del percorso universitario in Medicine and Surgery tenutosi in Lombardia e in particolare in uno dei migliori ospedali del mondo, l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca e l’Università degli studi di Bergamo. Un particolare ringraziamento va ai responsabili delle università e dell’ospedale, che hanno fortemente voluto l’avvio di questo percorso di studi, in lingua inglese, nel nostro Paese. I neolaureati sono da oggi in grado di guardare al futuro, ricchi di un’esperienza di livello mondiale che ha esteso la loro cultura, la loro vita e i loro sogni; siano molto fieri di aver portato a termine questo importante percorso. Da parte nostra c’è l’orgoglio di averli ospitati nella nostra Regione e nel nostro Paese per questa esperienza di livello mondiale”.

Alessandra Gallone, Consigliere delegato del Ministro dell’Università e della Ricerca

“Sono veramente orgogliosa dei 17 medici biotecnologici di Bergamo che hanno raggiunto un traguardo importantissimo dopo un percorso di cui ricordo ancora gli esordi. Una squadra, quella che vede UniBg, Bicocca, Surrey e Ospedale Papa Giovanni XXIII, che dimostra come le sfide si vincono lavorando in sinergia. Un ecosistema dei saperi che raggiunge una nuova frontiera: la formazione sul campo dei nuovi medici. A partire dal contatto diretto coi pazienti, dalla valorizzazione della prevenzione e della medicina di territorio fino ad arrivare alla vocazione internazionale. Questo è l’approccio che il Ministero dell’Università e della Ricerca, che tanto sta lavorando per migliorare gli accessi e gli approcci alle facoltà di medicina, vuole sostenere e valorizzare con l’azione del ministro Bernini”.

Giovanna Iannantuoni rettrice dell’Università di Milano-Bicocca

“Oggi festeggiamo i primi laureati del corso di laurea magistrale in Medicine and Surgery un corso che unisce le forze di istituzioni prestigiose, che si caratterizza per il respiro internazionale, in quanto erogato in lingua inglese e grazie alla collaborazione con l’Università del Surrey, e che ha anche dato il via a una nuova frontiera nell’insegnamento delle scienze mediche. Questi nuovi medici sono stati formati non solo nelle discipline mediche, tramite le attività di laboratorio e di formazione in ospedale e presso la medicina del territorio, ma anche nelle competenze bioingegneristiche e tecnologiche applicate alla sanità. In questo modo abbiamo formato “medici del futuro”, per i quali il prendersi cura degli altri parte dalla dimensione umana del rapporto con il paziente, ma passa anche attraverso sistemi e tecnologie sempre più sofisticate”.

prof. Sergio Cavalieri, Rettore dell’Università degli studi di Bergamo

“Il contributo del nostro Ateneo al Corso di laurea magistrale a ciclo unico in inglese School of Medicine and Surgery, sviluppato in collaborazione con l’Università Bicocca e del Surrey e grazie al fondamentale apporto dell’ASST Papa Giovanni XXIII, esprime la grande attenzione che UniBg dedica alle esigenze di un territorio che lamenta una forte carenza di personale medico nelle strutture sanitarie e assistenziali, oltre a rientrare in una delle linee del piano strategico d’Ateneo di elaborare proposte e soluzioni innovative per quanto riguarda la prevenzione, il trattamento e la cura, con l’obiettivo di migliorare gli stili di vita delle persone e delle comunità. Formare i futuri professionisti della sanità direttamente sul territorio orobico, poi, dimostra l’importanza riposta nella creazione di una piattaforma progettuale che sappia combinare le competenze complementari di più attori”.

Caterina Rizzi, Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione Università degli studi di Bergamo e docente del corso di laurea

“La sinergia virtuosa tra Università degli studi di Bergamo, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università del Surrey e personale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha portato a un risultato concreto: la formazione di professionisti di alto profilo che, oltre all’attività clinica, sono in grado di capire e sfruttare le potenzialità offerte dalle tecnologie oltre a sviluppare progetti di ricerca adottando un approccio multidisciplinare (ben 15 su 17 di loro hanno preso parte a progetti di ricerca). Grazie al coinvolgimento dei docenti con esperienza in campo bio-ingegneristico dell’Università degli studi di Bergamo, durante il primo anno del corso di studi, gli studenti hanno acquisito le basi riguardo all’uso delle tecnologie a supporto della medicina del futuro, apprendendo l’atteggiamento critico necessario all’analisi dei dati e sviluppando nuove competenze, mentre negli anni successivi hanno sperimentato l’impiego di tali tecnologie nei vari ambiti applicativi della medicina. Tutto ciò ha permesso di porre le basi concrete per la creazione di un ponte tra il mondo della medicina e quello dell’ingegneria.”

Stefano Fagiuoli, direttore del dipartimento di Medicina dell’Asst Papa Giovanni XXIII e docente del corso di laurea

“Il nostro grazie va prima di tutto a chi ha pensato, avviato e condotto questa scuola, agli apparati organizzativi, ai docenti e ai tutor. Il traguardo dei primi laureati, a cui rivolgo l’augurio di una brillante carriera, è l’occasione per ricordare i principi fondanti della School of Medicine and Surgery, che ne caratterizzano la specificità: l’innovazione didattica, la verticalità delle attività svolte, la precoce esposizione al mondo medico operativo che l’ospedale Papa Giovanni XXIII ha potuto offrire agli studenti, la centralità dello studente e del pensiero critico in un’ottica Problem Based Learning, con un’intensa attività pratica sin dal primo periodo di studi. Questi neo laureati, peraltro, hanno affrontato il loro percorso universitario in un momento molto difficile, qual è stato quello della pandemia da Covid-19: le restrizioni degli accessi hanno tutelato l’incolumità degli studenti ma certo da un lato hanno anche precluso, per un periodo, l’opportunità di confrontarsi con eventi e drammi medico-sanitari unici e didatticamente di valore incalcolabile.”

Nicola Guindani, ortopedico dell’Asst Papa Giovanni XXIII e tutor del corso di laurea

“Quando un ospedale diventa anche luogo di insegnamento, i benefici complessivi non sono a favore soltanto degli studenti, ma anche dell’ospedale stesso. Se si cerca di comprendere il ruolo di un educatore, l’esempio migliore è quello dei genitori: sono una coppia finché arrivano i figli, poi dormono meno, hanno meno tempo per se stessi, più spese, ma si rendono conto che da quel momento non potranno più immaginare la loro vita senza i figli. Anche se lo sforzo è enorme, viene ripagato in maniera di gran lunga superiore a quanto si dà. Il saldo è positivo. Questo è esattamente ciò che succede a un ospedale quando ospita una Scuola di Medicina: i benefici di diventare educatore sono maggiori per l’educatore stesso che per gli studenti.”

Enrica Capitoni, responsabile della formazione universitaria dell’Asst Papa Giovanni XXIII

“Con la laurea in Medicina di questi primi diciassette studenti si apre una nuova fase per Bergamo. Infatti, altri duecento circa si laureeranno nei prossimi sei anni ed altri ancora negli anni a venire. Questi giovani, oltre che a fruire di un corso di studio interessante per multidisciplinarietà e metodo di apprendimento, potranno dare un contributo utile e significativo alla promozione della salute e al miglioramento della qualità delle cure a livello locale ed internazionale. L’attuale provenienza da 33 Paesi dei nostri studenti crea la ricchezza e l’apertura necessarie per affrontare le sfide di un mondo che cambia.”

Maria Grazia Strepparava, presidente del corso di laurea

“Il coordinamento del corso Medicine and Surgery è stato ed è una stimolante sfida sia dal punto di vista pedagogico che organizzativo, una realizzazione possibile solo grazie alla volontà di interazione e integrazione di tutti gli attori coinvolti: i docenti del corso e i tutori ospedalieri non hanno esitato nel raccogliere e fare propria la sfida di un nuovo modello pedagogico e di una didattica in cui le discipline di base, comprese quelle di ambito ingegneristico, sono insegnate insieme alle discipline cliniche, con le lezioni costantemente allineate alla pratica clinica nei reparti ospedalieri per consolidare e rafforzare quanto appreso nelle lezioni frontali; le istituzioni coinvolte – le Università e l’Ospedale – hanno con generosità messo a disposizione di questo progetto formativo tutte le loro risorse e le loro preziose competenze creando una preziosa e rara nicchia ecologica in cui far crescere le nuove generazioni di laureati in medicina.”

Claudia Terzi, Assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile Regione Lombardia

“A nome mio e di Regione Lombardia rivolgo ai primi medici laureati a Bergamo le mie più sincere congratulazioni per l’importante traguardo raggiunto. Quello sperimentato con questo corso di laurea è un nuovo modello di formazione che valorizza ancora di più uno tra i principali ospedali regionali quale è l’Ospedale Papa Giovanni XXIII, che da sempre crede che la qualità delle cure prestate ai pazienti debba essere legata alla ricerca, con un approccio innovativo e di respiro internazionale. Un ringraziamento particolare va alla dirigenza, al personale sanitario e ai docenti che hanno accettato questa sfida e fornito agli studenti degli strumenti preziosi per diventare i medici del futuro.”

Lara Magoni, Sottosegretario con delega Sport e Giovani Regione Lombardia

“Sono orgogliosa ed onorata di poter portare il mio plauso a questi giovani: che possiate essere stimolo ed esempio per noi, non solo per i vostri coetanei, di una generazione che spesso è ritenuta smarrita ma non è così, è in trasformazione e siamo noi che dobbiamo adeguarci. I nostri schemi, le prospettive che trasmettiamo loro sulla base dei nostri vissuti ed esperienze, non sono disattesi dai giovani di questa generazione, sono semplicemente superati. I giovani spesso riescono ad essere oltre ogni aspettativa. Come lo sono i giovani che oggi premiamo: non solo per la loro eccellente preparazione, ma soprattutto per l’approccio coraggioso che hanno saputo dimostrare verso l’innovazione, per il coraggio di intraprendere un percorso che non è tracciato, una professione che non è strutturata ma tutta da costruire. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che questi giovani sono esempio per noi, e non solo il contrario, esempio di coraggio e visione nel futuro, stimolo non solo per i loro coetanei ma per tutti del saper mettersi in gioco, di saper osare, di sognare, di andare oltre i percorsi precostituiti e di essere protagonisti di un loro percorso. Ciò che vi auguro di cuore è che il mondo del lavoro sappia gratificarvi, sappia essere all’altezza delle vostre aspettative e dei vostri sogni. In bocca al lupo!”

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