“Sul tema della fauna selvatica registriamo la presa di posizione della Regione Lombardia e ci auguriamo che, finalmente, sia la volta buona, il passo decisivo. Da troppo tempo sollecitiamo risposte mai arrivate e, in ogni caso, noi non molliamo: continueremo a interagire presso le istituzioni – in primis il prefetto, che ringraziamo – ma soprattutto ci faremo carico della voce degli agricoltori e dei cittadini, ovvero di chi lavora e vive sul territorio. Da quella loro voce è nato il convegno dell’anno scorso a Erba, evento che ha acceso la luce sul problema e che ha smosso le coscienze. Ora l’assessore regionale Beduschi ha annunciato quello che è frutto di un lavoro di mesi, in primi la task force che – cito le sue parole – ha lo scopo di rendere puntuale e quotidiano l’efficientamento e l’attuazione delle normative, rimuovendo negligenze, ostacoli e personalismi che allontano dalla risoluzione del problema. E’ quanto chiediamo da anni e siamo pronti a fare la nostra parte attiva: cervi e cinghiali ormai assediano il territorio e rappresentano un pericolo sia per le colture agricole che per l’incolumità pubblica, provocando danni sempre più gravi nei campi e incidenti stradali a ripetizione”.
Queste le dichiarazioni del presidente di Coldiretti Como Lecco, Fortunato Trezzi, a seguito della presa di posizione della Regione che annuncia un cambio di passo sul tema fauna selvatica e che prevede, con cadenza settimanale, un’analisi dei dati per trovare soluzioni immediate e bypassando un sistema di segnalazioni che ora si disperdono in siti diversi o addirittura vengono effettuate a voce. “Lo denunciamo da anni, e le dichiarazioni di Beduschi danno ragione alle posizioni sempre sostenute da Coldiretti in un territorio, quello di Como e Lecco, dove il problema dei selvatici è fuori controllo. Ci auguriamo che a questo segua anche un’analisi per individuare eventuali responsabilità oggettive che, nel corso degli anni, hanno portato al dilagare del problema: sono risposte che pretendiamo in nome e per conto dei nostri imprenditori agricoli ma, vorrei dire, di tutti i cittadini. Il nostro è un territorio delicato e importante: il presidio degli alpeggi e delle aree più periferiche non può prescindere dalla presenza dei giovani allevatori che ne tutelano il territorio e, con la loro cura, prevengono quei gravi dissesti idrogeologici che, invece, si verificano – anche sul territorio – nelle aree dove la presenza delle aziende agricole è assente o minore. Basta nascondere il problema sotto al tappeto: a questo proposito, spiace dover rilevare che la principale organizzazione di rappresentanza agricola sul territorio non venga coinvolta e tantomeno invitata agli incontri sul territorio lariano che si tengono sul tema della fauna selvatica. Noi andiamo avanti, ciò in fondo evidenzia uno spartiacque con chi davvero – e sono i nostri agricoltori – è portatore della volontà del “fare” e del “risolvere” la problematica”.
Peraltro, tra i prossimi passi (immediati) ci sarà la presenza di Coldiretti Como Lecco e dei suoi agricoltori lunedì 26 febbraio a Bruxelles: “Saremo lì per difendere le istanze dell’agricoltura lariana e italiana, a 360 gradi, su tutti i fronti aperti. Torneremo a manifestare a Bruxelles tutte le volte che sarà necessario fino a quando non avremo ottenuto risposte esaustive rispetto ai bisogni che gli agricoltori italiani ed europei hanno”.
Secondo Trezzi, è importante anche il passaggio relativo alle disposizioni per il controllo della peste suina, già arrivata sul territorio lombardo, e del fatto che – come ha ricordato l’assessore – la segnalazione di eventuali inadempienze è un obbligo che potrà portare anche a denunce penali: “Denunce che siamo pronti a fare in prima persona se – e speriamo di non esserne costretti – il problema andrà a interessare un territorio infestato da selvatici che possono essere vettori del morbo. Due richieste immediate, innanzitutto intensificare le azioni di contrasto e, allo stesso tempo, aggiornare il censimento di questi animali che, negli anni, sono aumentati esponenzialmente”.
“La presenza dei selvatici andrà a pregiudicare nel breve-medio termine la presenza dei giovani imprenditori agricoli in montagna e mette a rischio la pratica millenaria della transumanza, da poco elevata a patrimonio dell’umanità” sottolinea Rodolfo Mazzucotelli, direttore di Coldiretti Como Lecco. “Un risultato, questo, che deve impegnare e responsabilizzare ognuno, nei rispettivi ruoli, per garantire futuro e sopravvivenza a queste imprese, che si trovano a fronteggiare non pochi problemi “operativi” come quello, appunto, della fauna selvatica che hanno colpito perfino i pascoli in quota: anche i lupi, com’è noto, sono tornati a prendere di mira le greggi dell’arco alpino, e anche nelle nostre province non sono mancati episodi di predazione, mentre cervi cinghiali hanno fatto incursione persino nei pascoli d’alta quota, danneggiandoli pesantemente. Va assolutamente riconosciuta l’azione di tutela e presidio del territorio svolta dalle imprese che operano in altura: grazie a loro, ci sono vita e futuro assicurati sia per la montagna, sia per la ruralità che ne è tipica: mi riferisco, innanzitutto, a una tradizione casearia antica e unica al mondo, così come alla necessità di preservare la biodiversità anche in ambito zootecnico”.