La legge di bilancio in via di approvazione rischia di rappresentare un pesantissimo peggioramento per le prospettive di sopravvivenza di librerie e cartolibrerie del territorio.
Dal 1° gennaio infatti, alla già annunciata soppressione della 18App, che verrà sostituita da una nuova Carta della Cultura e del Merito con una dotazione inferiore e con modalità operative ancora non definite, si aggiungeranno il dimezzamento dei fondi per il tax credit librerie e la soppressione del fondo speciale di 30 milioni annui per le biblioteche, che consentiva loro di ampliare il patrimonio librario con obbligo di acquisto presso le librerie della provincia. Una misura che, nel 2023, ha permesso a 195 biblioteche di Bergamo e provincia di ricevere 1 milione e 90 mila euro.
A tutto ciò si aggiunge l’ennesimo mancato intervento sull’editoria scolastica, discusso a lungo anche nei mesi scorsi, settore nel quale si sono registrati aumenti medi dell’8% e fino al 12%, che hanno generato difficoltà a famiglie e librerie.
Sul tema, nei giorni scorsi, sollecitato dal Sindacato Italiano Librai (SIL Confesercenti) si è espresso perfino il Quirinale, che, nel prendere atto della situazione rappresentata, ha formalmente invitato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a promuovere soluzioni atte a garantire il servizio e la marginalità delle librerie e cartolibrerie specializzate.
Antonio Terzi, presidente Confesercenti Bergamo e vicepresidente nazionale SIL-Sindacato dei librai spiega: «Siamo estremamente preoccupati. Non capiamo come sia possibile non considerare gli indubbi benefici di cui il sistema si è avvalso grazie a queste misure, volte anche a garantire equilibrio tra grandi e piccoli esercizi e il mantenimento di un servizio fondamentale sul territorio. Sollecitiamo un ripensamento, anche fuori dalla legge finanziaria, che tenga conto del rapporto estremamente favorevole tra risorse tagliate (poche decine di milioni) ed effetti che avevano prodotto. E, anche alla luce dell’interessamento della Presidenza della Repubblica, l’urgente ripresa di un percorso sulla scolastica che attendiamo, insieme alle famiglie, da almeno un decennio.
Mi rivolgo anche pubblicamente – conclude Terzi – ai parlamentari e ai politici della nostra provincia, ai quali ho più volte rappresentato queste esigenze raccogliendo sempre attenzione e comprensione, affinché si attivino prontamente per rassicurare e tranquillizzare una categoria che oggi vede il proprio futuro in modo estremamente nero».