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(Nella foto comӏ ridotta la Caserma intitolata a Leonida Magnolini)
Bisogna tirare in campo l’odonomastica per capire a chi sono dedicate le caserme di Brescia città in attesa che l’esercito le destini ad altre attività. L’operazione di cessione delle caserme, così come altri siti di interesse militare (poligoni di tiro, depositi e polveriere) è iniziata qualche anno fa e pur nella lentezza della burocrazia che accompagna a piccoli passi ogni avvenimento di questa portata
In totale sono sei ufficiali, tutti medaglia d’oro al valore militare alla memoria. Tra di loro, quattro bresciani All’epopea della Prima guerra mondiale vanno ricondotti il generale Achille Papa (Desenzanese 1863-1917) e il maggiore Giovanni Randaccio ( torinese. 1883-1917).
Flavio Ottaviani (1911-36): ufficiale d’artigilieria, partì volontario per la guerra d’Etiopia con la legione Camicie nere «28 ottobre.
Alla guerra che diede vita all’Africa Orientale Italiana, si lega la figura del maggiore pilota Pietro Serini, cui è intitolata la dismessa caserma di Montichiari. Nato a Toscolano Maderno nel 1912, fu tra l’altro comandante della 152ª Squadriglia del 6° Stormo (Diavoli Rossi).
Alla Seconda guerra mondiale, si legano anchei due sottotenenti alpini Leonida Magnolini (1913-43) e Serafino Gnutti (1916-41). Edolese, il primo morì battendosi durante la ritirata di Russia lo stesso giorno della battaglia di Nikolajewka: a lui è intitolata la caserma presente a Gargnano sin dal 1910 che ospitò sotto la Rsi anche la guardia personale di Mussolini.
Gnutti, lumezzanese e di illustre famiglia di imprenditori, perse la vita sul fronte albanese dove si era recato pur potendo scongiurare la leva.
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