Anche ll’Ente Bergamaschi nel Mondo (EBM) farà parte attiva nel futuro Museo Nazionale dell’emigrazione italiana (MEI), che aprirà i battenti, entro marzo 2022 Un museo che vuole essere luogo di memoria, inclusione e democrazia: uno spazio espositivo che nasce dalla volontà di restituire al grande pubblico la narrazione di un patrimonio vastissimo e diversificato come quello legato alla storia dell’emigrazione italiana, un patrimonio fisicamente diffuso in numerose località, italiane ed estere, custodito da enti, istituzioni statali e locali, archivi, musei, centri di studio e ricerca, associazioni di emigranti.
L’ EBM parteciperà offrendo tutto il materiale a disposizione: i Circoli e Delegazioni, le storie di vita dei bergamaschi all’estero i diari, le lettere, le fotografie, i giornali, i canti e le musiche che hanno accompagnato gli emigranti bergamaschi nei cinque Continenti. Tutti questi documenti concorreranno alla creazione di una narrazione “made in Bergamo”, che si affiancherà a quella di altre rappresentanze regionali e provinciali all’estero. Un museo partecipato e solidale, quindi, che verrà creato dall’apporto di tutti i protagonisti, vecchi e nuovi, dell’emigrazione italiana.
Promosso da MIBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) e MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), in collaborazione con Regione Liguria e Comune di Genova, il MEI costerà circa 5,3 milioni di euro (di cui 300.000 euro arrivano da Fondazione San Paolo per la progettazione; 3 milioni dal MIBACT,nell’ambito del programma Grandi Progetti Beni Culturali, e 2 milioni di euro dal Patto per Genova, siglato tra Comune e Governo).