L’assessore di Regione Lombardia ha incontrato gli allevatori bergamaschi, piemontesi e dell’Alto Adige per uno scambio di esperienze sui temi delle razze in via di estinzione.
“Abbiamo messo a punto una serie di modalità innovative che hanno rilanciato il tema delle razze bovine in via di estinzione e del rapporto con l’ecosistema della montagna. Un incontro preparatorio sulla tematica della zootecnia di montagna, in vista anche dell’incontro che avremo martedì prossimo a Trento. C’è un gruppo di persone molto motivate che vuole continuare a ragionare in questi termini, che ci chiede un impegno per risolvere alcune questioni burocratiche, in particolare per quanto riguarda l’iscrizione di questi capi alla banca dati nazionale, gestita da Agea; inoltre, ci chiedono di uniformare, in questo senso, le azioni politiche dei Piani di sviluppo rurale regionali”.
Lo ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, che ha incontrato a Lenna, in Valle Brembana, allevatori bergamaschi, piemontesi e dell’Alto Adige per uno scambio di esperienze sui temi delle razze in via di estinzione.
PIANI DI SVILUPPO RURALI DIVERSI – “Alcuni Psr – ha proseguito Fava – prevedono interventi economici importanti, come quello della Lombardia, altri meno importanti, altri ancora non prevedono alcun intervento. Questo sta creando una disparità sull’arco alpino che deve essere sanata nel breve. Mi auguro che martedì a Trento si possa trovare una linea comune tra tutte le regioni dell’arco alpino, che vada nella direzione di uniformare i comportamenti e spingere affinché queste modalità che vanno nella direzione di ricreare un sistema di biodiversità complesso, come quello che abbiamo sulle nostre montagne, possa trovare soddisfazione”.
COMUNICAZIONE TRA GLI ALLEVATORI NECESSARIA – “È un momento di impegno che va coordinato, occorre un lavoro unico anche di comunicazione agli allevatori sulla razza – ha spiegato Nicolò Quarteroni, allevatore orobico -, ormai necessario. L’obiettivo massimo sarebbe un libro genealogico”.
“Dobbiamo creare anche un supporto scientifico e tecnico sul tema, e vedere come finanziare nell’ambito della nostra programmazione uno studio ad hoc – ha spiegato Fava – in conclusione. Serve una certa coesione sul tema, se le regioni dell’arco alpino devono pronunciarsi in un certo modo occorre poi uno strumento per farlo”.