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Le più comuni lesioni da corsa

La corsa rappresenta un eccellente forma di esercizio, anche quando la velocità di corsa è bassa, infatti, il dispendio energetico è pari a quello di una nuotata vigorosa o di un esercizio in bicicletta intenso. Sono però relativamente frequenti le lesioni agli arti inferiori. Il problema più frequente a livello del ginocchio, tralasciando i problemi acuti post traumatici come le rotture meniscali e legamentose, nei corridori è la tendinopatia rotulea. Il soggetto riferisce dolore alla parte inferiore della rotula, un segno caratteristico è un dolore acuto provocato dalla manovra di accovacciamento su una gamba, mentre si estende l’altra, non appoggiando il piede a terra. La terapia è conservativa e si basa su esercizi particolari, mentre non sono efficaci le onde d’urto e nemmeno i taping. Nei corridori un altro tipo di dolore al ginocchio può essere provocato dalla sindrome della bandeletta ileo tibiale chiamata anche ginocchio del corridore. La bandelletta ileotibiale è una banda di tessuto connettivo che percorre l’intera porzione laterale della coscia dal bacino fino ad appena sotto il ginocchio. In questo caso il dolore si localizza lateralmente ed è provocato da un conflitto meccanico tra la bandeletta ed il condilo femorale laterale, quando il ginocchio è flesso di 20 o 30 gradi. Il dolore può associarsi ad una sensazione di crepitio e si aggrava con la corsa, in fase iniziale compare dopo un certo tempo, ma con l’aggravamento della sindrome compare anche all’inizio della corsa e anche a riposo. Il trattamento prevede una serie di esercizi volti a rafforzare i muscoli abduttori dell’anca, possono essere utili cicli di farmaci anti infiammatori e l’iniezione locale di corticosteroidi.
Frequenti sono anche i problemi a carico della caviglia, i più frequenti dei quali sono le distorsioni tibio tarsiche, che spesso determinano un danno di uno o più legamenti laterali dell’articolazione. Per evidenziare lesioni legamentose è necessario ricorrere ad una RMN. In pazienti con distorsioni di caviglia viene solitamente consigliata la terapia indicata con l’acronimo anglosassone PRICE (Protection, Rest, Ice, Compression, Elevation) (Protezione, Riposo, Ghiaccio, Bendaggio, Innalzamento).
L’adozione di misure di stabilizzazione articolare (taping, supporto esterno) è consigliata per almeno 6 mesi dopo la distorsione, per la prevenzione delle recidive. Frequente anche la tendinopatia del tendine di Achille, caratterizzata da dolore e tumefazione 2-6 cm sopra il tallone. La terapia migliore è conservativa e si basa su esercizi eccentrici di abbassamento del tallone. Il paziente appoggia l’avampiede su un gradino, abbassa lentamente il tallone sotto il livello dell’avampiede e poi torna in posizione iniziale, il movimento va ripetuto più volte. L’esercizio è utile però nella tendinopatia intermedia e non in quella in cui viene interessata la porzione terminale del tendine che si ancora al tallone.
Un dolore che interessa la pianta del piede è spesso provocata nei runners da una fascite plantare che consiste in una infiammazione della fascia che va dal tallone alle dita, solitamente il dolore compare con la deambulazione del mattino e migliora durante la giornata con l’attività. Anche in questo caso la terapia migliore è quella conservativa e si basa sullo stiramento passivo della fascia plantare, tirando all’indietro l’avampiede con la mano o con un asciugamano.

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