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Soluzioni che consentano di dare maggiore respiro agli allevamenti, attualmente strozzati da una remunerazione del latte iniqua e palesemente al di sotto dei costi di produzione. Il presidente Alberto Brivio e il direttore Gianfranco Drigo hanno fatto un’attenta e puntuale analisi della situazione.

Agire con spirito unitario e mettere in campo tutte le azioni necessarie per consentire agli allevamenti di spuntare un prezzo del latte adeguato. Sono gli elementi principali della strategia messa a punto da Coldiretti Bergamo durante i lavori della Consulta latte allargata ad alcuni produttori che si è sviluppata attorno al tema “Latte: cosa abbiamo fatto e cosa resta da fare“. Un confronto finalizzato a trovare soluzioni che consentano di dare maggiore respiro agli allevamenti, attualmente strozzati da una remunerazione del latte iniqua e palesemente al di sotto dei costi di produzione. 

Il presidente Alberto Brivio e il direttore Gianfranco Drigo hanno fatto un’attenta e puntuale analisi della situazione, a partire dal mercato del latte fino agli sforzi messi in campo da Coldiretti per tutelare i propri associati e consentire loro di ottenere un prezzo equo.  Dal quadro tracciato è emerso come lo scenario e le prospettive stiano cambiando. Basti pensare che da due anni non si registravano certi valori sul mercato del latte spot. Oggi ci sono tutte le condizioni per garantire agli allevatori un prezzo remunerativo, perciò è necessario agire con determinazione e compattezza, creando sinergie costruttive con tutti gli attori in campo.

Partendo proprio da queste considerazioni, Coldiretti è pronta a lanciare la propria sfida e si candida a rappresentare i produttori nella prossima negoziazione con gli industriali, un ruolo che la legge oggi le consente di rivestire in virtù della sua significativa rappresentatività. Brivio e Drigo hanno illustrato i risultati raggiunti grazie al lavoro svolto da Coldiretti, conquiste che hanno definito un nuovo scenario. Particolarmente significativa è la legge per l’origine in etichetta sul latte UHT e sui formaggi (che ora deve passare al vaglio dell’Europa) così come la norma prevista nel “collegato agricolo” che dà alle organizzazioni agricole la possibilità di negoziare accordi sul prezzo del latte.

Nei vari interventi che si sono susseguiti è emersa con chiarezza la necessità di contrastare eventuali fughe in avanti di realtà economiche come è accaduto in passato, comportamenti che non solo non hanno portato i risultati sperati ma hanno addirittura avuto ricadute negative sull’intero comparto. Con uguale determinazione sono stati definiti “inaccettabili” gli intenti di riproporre accordi basati su valori e condizioni europee, soprattutto in considerazione dell’evidente superiorità qualitativa del latte italiano e del valore senza eguali delle nostre produzioni di formaggi DOP.