Muovere la storia e portare l’antichità romana in una nuova finestra culturale. È la scommessa che il museo Nazionale di Cividate Camuno, l’amministrazione comunale e il Polo Museale della Lombardia hanno lanciato, in una delle più importanti operazioni culturali del 2019.
Il Museo Nazionale di Cividate Camuno è la storia della Valcamonica romana, uno dei musei più importanti della Lombardia: custodisce una varietà di contesti e ritrovamenti che raccontano in maniera esemplare il processo di romanizzazione della vallata alpina. Il progetto vede lo spostamento della collezione, nei prossimi mesi, dalla sede attuale, dove risiede dal 1981 in quella che era la casa degli aviatori durante la Guerra Mondiale, al centro del paese, nella corrente struttura dell’incubatore d’impresa.
“E’ un’operazione strategica di incredibile importanza dal punto di vista culturale. Nel nuovo museo verranno quadruplicati gli spazi espositivi e verrà mostrato materiale inedito. Il Museo Nazionale, che si sposta e si amplia con una nuova veste dopo tanti anni è un’occasione unica per la Valle e i suoi cittadini.” Specifica Serena Solano, funzionario archeologico della soprintendenza Belle Arti e Paesaggio “Con la nuova location il Museo si inserisce in un Polo culturale tra le scuole, la biblioteca, il parco Archeologico dell’Anfiteatro, l’area archeologica di via palazzo e il parco archeologico del Santuario di Minerva a Breno. Cividate è un paese che in questi anni sta investendo moltissimo sulla propria storia e sulla romanità. C’è una partecipazione attiva della gente di Cividate attorno al patrimonio archeologico”.
La visita al museo è un viaggio tra i secoli: il Nudo Eroico, rinvenuta nell’area del foro di Cividate Camuno, torreggia al centro della stanza ed è uno degli esempi statuari di epoca romana più belli di tutta l’Italia Settentrionale. La statua di Minerva, sul lato opposto del salone, accoglie i visitatori ed è il vero capolavoro del Museo: realizzata in marmo pentelico, uno dei più pregiati dell’antichità, è stata ritrovata nel 1986 nel Santuario di Spinera a Breno ed è probabilmente il reperto di maggior pregio della collezione; la statua riprende un modello originale greco del V secolo A.c, lo stesso modello che oggi è replicato in soli altri due esemplari tutt’ora esistenti, l’Athena della collezione inglese Hope e l’Athena Farnese del Museo di Napoli. La porta in legno di una casa tra il secondo e primo secolo A.c, rinvenuta a Capo di Ponte a metà anni 90, è invece un resto perfettamente conservato che testimonia l’incontro tra due culture, quella camuna e quella romana. Nella seconda ala sono invece esposti gli affreschi provenienti da una ricca domus privata di Via Palazzo a Cividate, i mosaici delle Terme Romane, il tesoretto di monete d’oro del periodo tardo romano e i materiali delle necropoli della Valle ritrovati a Borno nella metà degli anni 80.
Mentre camminiamo nelle due ali del museo, tra le luci soffuse che illuminano i ritrovamenti, è impossibile non accorgersi di esser circondati da qualcosa che va oltre il concetto di “reperto”, non è il silenzio quello che vive nelle stanze del museo ma è la sensazione di muoversi attraverso qualcosa che ci appartiene e a cui noi a nostra volta apparteniamo, la nostra civiltà, la nostra storia.
Per info e contatti sul museo:
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/MANVallecamonica/
Sito internet: http://www.museoarcheologico.valcamonicaromana.beniculturali.it/