La pediculosi è un’infestazione causata dalla presenza di pidocchi, piccoli insetti grigio-biancastri senza ali, con il corpo appiattito e le zampe fornite di uncini particolari, che permettono loro di attaccarsi fortemente ai capelli ,sono forniti, inoltre, di un apparato buccale adatto a perforare la cute e a succhiarne il sangue. I pidocchi agiscono come parassiti (organismi che vivono “a carico” di altri organismi) e si nutrono pungendo la parte del corpo colpita, depositando un liquido che causa intenso prurito. Caratteristica fondamentale dei pidocchi è quella di vivere, quasi esclusivamente, sul corpo umano, poiché non possono vivere a lungo lontani dall’ospite.
Il pidocchio, infatti, è un ospite specifico. Gli animali domestici non rappresentano una fonte di trasmissione per l’uomo, così come i pidocchi umani non vengono trasmessi agli animali.
Contrariamente a quanto si tende a credere, i pidocchi “non saltano” da una testa all’altra. Il contagio avviene fra persona e persona, sia per contatto diretto, che attraverso lo scambio di effetti personali quali: pettini, spazzole, fermagli, sciarpe, cappelli, asciugamani, cuscini, biancheria da letto ecc. Altro pregiudizio è credere che i pidocchi infestino solo le persone sporche. Qualsiasi individuo può essere infestato, indipendentemente dalla sua igiene. Quando c’è un caso in famiglia tutti si dovrebbero controllare a vicenda. L’infestazione è più frequente nelle scuole, nelle colonie, negli oratori, nelle palestre, in cui vi sono molte occasioni di contatto. Tre sono le fasi di sviluppo del pidocchio: la prima fase è quella delle uova (lendini) si passa poi alla ninfa (forma immatura del pidocchio) e quindi al pidocchio adulto (in grado di riprodursi).Le uova sono attaccate alla radice del capello con una loro colla naturale, difficilissima da sciogliere, sono opalescenti, lunghe circa 1 mm e di forma allungata. Le uova vengono deposte 24 o 48 ore dopo l’accoppiamento, a seconda della temperatura più o meno favorevole.
La ninfa rappresenta la forma immatura del parassita adulto; si nutre di sangue da 2 a 5 volte al giorno e diventa adulta, attraverso 3 mute, dopo 7-13 giorni
L’insetto adulto femmina è più grande del maschio; la femmina del pidocchio del capo depone circa 5 uova al giorno, che maturano e si schiudono in 7 giorni, alla temperatura ottimale di 32° C.
La prevenzione si attua con delle semplici misure nelle scuole, ma soprattutto in famiglia. I genitori devono controllare regolarmente, una volta alla settimana, i capelli dei bambini per la ricerca dei pidocchi con l’avvertenza che una semplice osservazione del cuoio capelluto è insufficiente e che pertanto la ricerca va condotta attentamente aiutandosi con l’apposita pettinina a denti fitti. L’utilizzo di un balsamo (rigonfia i capelli e facilita l’asportazione di pidocchi e di uova con il pettine). E’ opportuno che non vi siano atteggiamenti di colpevolezza da parte degli altri genitori; tali atteggiamenti inducono a tenere nascosto il problema, impedendo così l’attuazione delle misure preventive per il controllo delle infestazioni nella scuola. Il trattamento si basa sull’applicazione di disinfestanti . La permetrina è una piretrina sintetica, poco assorbita dalla cute, dotata di un eccellente attività sui pidocchi e sulle uova. L’emulsione all’1% viene usata in soggetti al di sopra dei 6 mesi di età. – Il malation, trattamento di seconda scelta in caso di resistenza alla permetrina, con azione pediculocida ed ovicida ,è disponile in gel allo 0,5%; non indicato nei bambini al di sotto dei sei anni di età. Si consiglia di preferire alla formulazione shampoo formulazioni come: emulsioni, creme, lozioni, gel e schiume che vanno applicati sui capelli asciutti, in relazione alla maggiore concentrazione del principio attivo e del tempo di contatto più prolungato. Le formulazioni in polvere vanno applicate con cautela nei bambini per il possibile rischio di inalazione. Gli insetticidi, indipendentemente dal tipo di formulazione, devono essere – applicati in modo uniforme sul cuoio capelluto e sui capelli per l’intera lunghezza, con l’aiuto di un pettine – lasciati in sede per il tempo indicato dalla casa produttrice – risciacquati. Per cercare di togliere tutte le lendini si consiglia di applicare una soluzione costituita per 2/3 da acqua tiepida e 1/3 da aceto, per diminuire l’adesione delle lendini ai capelli. Si rimuovono poi le lendini a mano, o, meglio, con un pettinino a denti fitti, possibilmente di acciaio, passato su tutte le parti del cuoio capelluto. Poiché alcune uova possono sopravvivere, per assicurare il successo del trattamento è consigliabile effettuare una seconda applicazione a distanza di 7-10 giorni
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