Quanto è cambiata la partecipazione alla S.Messa in Italia tra il 1993 e il 2019? Un’impegnativa domanda cui cerca di rispondere il libro “La Messa è sbiadita” edito nel 2024 da Rubbettino editore. L’autore è Luca Diotallevi, professore ordinario di Sociologia all’Università di Roma 3, che sarà a Gandino, grazie al Gruppo parrocchiale Lumen, venerdì 22 novembre alle 20.45 nell’Auditorium Maconi del Centro Pastorale. Con lui, dopo la presentazione a cura di don Ferruccio Garghentini, prevosto di Gandino, sarà presente anche mons. Alberto Carrara, già responsabile culturale della Diocesi di Bergamo. La serata sarà coordinata da Giovanni Cominelli del Gruppo Lumen.
Il libro vuole innanzitutto sgombrare il campo da un pregiudizio infondato: «Dopo il Covid alla Messa non c’è più nessuno». Perché, secondo i dati a oggi disponibili, «quello che sembrerebbe un grido di allarme si rivela un alibi, una scusa. Se prendiamo i valori relativi alla partecipazione ai riti religiosi prodotti dalla grande rilevazione annuale dell’Istat per gli anni dal 2015 al 2021, possiamo constatare che il declino già in atto negli anni precedenti è proseguito nel 2020 e nel 2021, facendo registrare scostamenti minimi». Dunque, «per quanto riguarda il fenomeno in questione, ancora non è stato rilevato alcun cambiamento significativo». Nel libro Luca Diotallevi sottolinea che «nel 2019 la platea dei partecipanti italiani alla messa non solo è molto più piccola di quanto non fosse del 1993, ma rispetto ad allora è anche profondamente cambiata nella sua composizione». I dati parlano chiaro: «La quota di individui con 18 anni d’età o più che dichiarano di aver partecipato almeno una volta alla settimana a un rito religioso passa dal 37,3% del 1993 al 23,7% del 2019». Soprattutto dal 2005 in poi «chi abbandona la pratica “regolare” approda piuttosto rapidamente alla condizione di “non praticante” dopo essere transitato più o meno velocemente per lo stadio intermedio della pratica saltuaria». E nel periodo considerato «l’abbandono di una pratica “regolare” interessa le donne assai più che gli uomini».
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