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La maggioranza delle assunzioni nella provincia di Bergamo sono precarie o flessibili

Un’analisi della CISL sui dati dell’Osservatorio Provinciale di Bergamo ha rivelato che più del 70% delle assunzioni negli ultimi quattro anni in questa provincia sono state di lavoratori precari o flessibili. Tra gennaio e settembre, su 412.453 avviamenti nel mondo del lavoro bergamasco, 266.877 sono stati contratti flessibili, 22.097 incarichi precari e solo 123.479 assunzioni a tempo indeterminato.

I contratti a tempo determinato sono stati la forma più utilizzata, rappresentando circa il 46% del totale degli avviamenti, seguiti dalle assunzioni “definitive” (circa il 25%) e poi dai contratti di lavoratori somministrati (circa il 18%). Inoltre, solo meno di 20mila gli avviamenti tramite apprendistato, meno di quanto abbiano raccolto LSU, tirocini e contratti a progetto (più di 22mila).

Il trend di assunzioni precarie in questa provincia è in crescita: se gli avviamenti tra somministrati e tempi determinato erano 64.139 nel 2019 sono passati a 80.200 nel 2022 (+25%) a fronte di ingressi stabili praticamente fermi (dai 29.198 del 2019 ai 28.241 del 2022). Crescono nei quattro anni del 24% le assunzioni a tempo determinato e del 27% in somministrazione, diminuiscono del 3% i contratti a tempo indeterminato e aumentano del 26% i contratti in apprendistato. Stabili i contratti a progetto, diminuiscono del 18% i tirocini e del 31% i lavori socialmente utili.

“Dai dati – dichiara Danilo Mazzola, segretario provinciale di CISL Bergamo – emerge con forza come il mercato del lavoro bergamasco attivi annualmente una media di avviamenti che vanno oltre le 100mila unità, ma solo nel 30% dei casi sono contratti con un rapporto di lavoro stabile. Inoltre, se si rapporta il dato degli avviamenti flessibili con i 380 mila lavoratori dipendenti (90mila indipendenti) che compongono il mercato del lavoro bergamasco, la flessibilità dei lavoratori che ogni anno si muove nel perimetro è decisamente significativa.
La vera sfida per i prossimi anni, anche per la nostra provincia, è cercare di rendere più stabile una parte maggiore degli avviamenti al lavoro che ogni anno vengono effettuati. È necessario far costare di più il lavoro a tempo determinato, in particolare quello di breve durata rispetto alle assunzioni a tempo indeterminato, e portare a termine la riforma dei tirocini extracurriculari ferma da mesi. In questo modo si potrà garantire maggiore stabilità e sicurezza per i lavoratori, nonché una maggiore disponibilità di manodopera per le aziende.
Rendere il lavoro più stabile è una delle condizioni per garantire maggiore disponibilità in una fase dove anche le imprese hanno difficoltà a reperire manodopera. La CISL, inoltre, lancia un appello alle istituzioni perché intervengano in modo efficace per contrastare questa situazione e creare un mercato del lavoro più equo e solido, dove i diritti dei lavoratori siano garantiti e le opportunità di crescita e sviluppo siano maggiori.

In sintesi, i dati rilevati dalla CISL mostrano una tendenza crescente verso l’utilizzo di contratti precari e flessibili nelle assunzioni nella provincia di Bergamo. La CISL e il segretario provinciale Danilo Mazzola chiedono un intervento per garantire maggiore stabilità e sicurezza per i lavoratori, nonché una maggiore disponibilità di manodopera per le aziende.

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