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La Lombardia è la Regione che vanta il maggior numero di siti riconosciuti come Patrimonio dell’Unesco: 1052 in tutto il mondo, 50 in Italia, ben 10 in Lombardia.  Nella cosiddetta World Heritage List dell’Unesco figurano meraviglie come il Cenacolo vinciano, i Sacri Monti di Varese e Ossuccio, le città gonzaghesche di Mantova e Sabbioneta.

Prima fra tutti a diventare Patrimonio dell’Unesco in Lombardia, nel 1979, è stata l’arte rupestre della Valle Camonica (BS). Nel 1980 è stata la volta della Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano mentre, 15 anni dopo, nel 1995, è stato inserito il Villaggio industriale di Crespi d’Adda (BG).  Nel 2003 sono i Sacri Monti di Varese e Ossuccio (CO) a ricevere il riconoscimento e nel 2008 la Ferrovia Retica (SO) e le città di Mantova e Sabbioneta (MN).  Tra il 2010 e il 2011 vengono inseriti nella lista Monte San Giorgio (2010), le palafitte dell’arco alpino (VA) e il sito “Longobardi in Italia” (BS e VA) nel 2011.

A detenere l’ambito riconoscimento in Lombardia anche l’antica tradizione della Liuteria cremonese, iscritta nel 2012 nell’elenco del patrimonio dei beni immateriali, ossia le tradizioni mantenute nel corso dei secoli.

Il riconoscimento viene concesso dal Comitato del Patrimonio Mondiale, previa candidatura di ciascuno Stato, dopo il superamento dei criteri stabiliti dalla Convenzione sul patrimonio dell’umanità (adottata dalla Conferenza generale dell’UNESCO). Obiettivo del riconoscimento è quello di identificare siti che abbiano una qualche particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale.  Accanto all’elenco dei beni naturali e culturali (parchi, città, complessi archeologici), l’Unesco ne ha introdotto un altro dedicato ai beni immateriali, che rappresentano tradizioni tramandate nel corso delle generazioni.