E morta il 24 giugno scorso, Giacomina Meloni vedova Cretti che per tanti anni è stata la colonna portante dell’albergo Ristorante “Ai Ciar” un albergo rifugio che diventava luogo di incontri per cerimonie, feste dei coscritti e di carattere politico. Qui, in questa appartata località si sono colmate molte pagine della tribolata vita amministrativa di Costa Volpino, ma su una cosa tutti si trovavano d’accordo.: la cucina di Giacomina non era nè di destra né di sinistra. Volava alto, sopra la testa di tutti.
Giacomina non capiva perché c’era tanta tensione tra i vari personaggi che qui si confrontavano, non riusciva a comprendere perché agli uomini piacciono le lotte pubbliche e private per la conquista del potere mentre ogni donna sogna, solo, di essere una regina, forse perché aveva imparato che persino Il re può muoversi solo di una casella mentre la regina fa quel che vuole
Da anni era ammalata – Gicomina, Classe 1939 – ma non rinunciava a salire “ai Ciar” il suo castello in cui si sentiva veramente padrona di casa, rinchiusa nella propria dimora quasi ad aver paura di tornare nel mondo.
Un mondo che gli aveva riservato anche spiacevoli pagine, come quella vissuta dalla nipote Claudia proiettata ad essere una campionessa del ciclismo internazionale, ambizione svanita nella caduta durante una discesa in una competizione ciclistica. Quella maglia tricolore appoggiata alla bara, testimone di un’illusione e di una speranz , che Giacomina saprà far vedere, con orgoglio, a chi l’ha preceduta nell’aldilà