La Corte di Cassazione di Roma ha annullato l’ultima sentenza a carico di don Angelo Blanchetti, il sacerdote condannato in due gradi di giudizio a 5 anni per violenza sessuale a carico di un ragazzino di 14 anni.
Si tratta dell’ultimo capitolo di una vicenda che ha segnato la comunità di Corna di Darfo dove all’epoca dell’inchiesta, tra l’inverno 2015 e l’estate 2016, don Blanchetti era parroco: dopo l’arresto, era stato sospeso dal suo incarico pastorale dalla Diocesi di Brescia. Attualmente don Angelo si trova ai domiciliari e non ha mai rilasciato dichiarazioni sulla sua vicenda così come il suo legale, che, convinto della innocenza del suo assistito, non ha mia avuto contatti con i mass media, scegliendo di continuare fino in fondo il percorso giudiziario giunto ora all’ultimo ricorso in Cassazione che è stato accolto. Ora gli atti potrebbero tornare davanti alla Corte d’appello di Brescia, sul tavolo di una sezione diversa da quella che aveva giudicato il sacerdote, o potrebbe essere indetto un nuovo processo. Ad accusare don Blanchetti era stato un ragazzino, allora 14enne di origini straniere che aveva raccontato ai Carabinieri e al sostituto procuratore Ambrogio Cassiani di essere stato costretto a rapporti sessuali durante il percorso di conversione alla religione cattolica che stava affrontando con il parroco. In casa del prete gli inquirenti avevano trovato in una cassaforte preservativi e lubrificanti, oltre ad una coperta che era stata descritta dal14enne e più volte chiamata in causa nel corso del processo, e anche nel ricorso a Roma, dall’avvocato Botticini perché, stando agli atti, su quel telo fu trovata una sola traccia di liquido seminale riconducibile solo al giovane. La Curia aveva risarcito la famiglia del ragazzo che per questa ragione non si era costituita parte civile. Ora le parti sono in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza della Cassazione.