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L’omicida del campo rom chiede al Gip i domiciliari

Renat Hadzovic, il ventottenne rom accusato dell’omicidio volontario di Omar Ghirardini, sinti, padre di sei figli ucciso nella serata di venerdì a Brescia, in carcere ha dichiarato: “L’ho inseguito in auto, volevo spaventarlo, ma non ucciderlo”.

L’uomo è stato interrogato in carcere dal gip Lorenzo Benini che ora dovrà decidere sulla convalida del fermo e sulle richieste dei legali del rom che hanno chiesto gli arresti domiciliari. L’omicidio è avvenuto al culmine di una lite per dissapori familiare, scaturita, sembra, dal mancato invito a una festa. Un coltello, usato per ferire gli autori dello sgarbo e un Suv che punta direttamente sull’uomo con il coltello in mano, lo investe e lo uccide. Era accaduto nella sera di venerdì 3 gennaio a pochi passi dal campo nomadi di via Orzinuovi: la vittima si chiamava Omar Ghirardini, aveva 35 anni, era un sinti che viveva nel campo con i suoi sei figli. A ucciderlo è stato il cognato Renat Hadzovic, 28 anni, rom, fermato all’alba di sabato 4 gennaio dai carabinieri e dagli agenti della polizia locale di Brescia.

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