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Omicidio Villongo

L’autopsia sul corpo dell’albanese esclude l’investimento

Lunedì 19 giugno alle 8.00 a Villongo un albanese di 43 anni veniva investito a ucciso da una donna di 44 anni mentre tentava di fuggire da un parcheggio con la sua Mercedes, dal tentativo di aggressione dell’uomo che la minacciava con un coltello.

La donna, ex-vigilessa ed ora bibliotecaria a Villongo, aveva fornito una versione dei fatti che sostanzialmente sarebbe stata confermata dall’autopsia. L’esame autoptico è stato effettuato venerdì 23 giugno dall’anatomopatologo Matteo Marchesi all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, su incarico del pm Gianluigi Dettori che coordina le indagini dei Carabinieri. I primi riscontri dell’autopsia confermerebbero che le lesioni riscontrate sul corpo dell’uomo sarebbero compatibili con l’investimento e con la versione fornita dalla donna. Si esclude quindi l’arrotamento, in quanto non ci sono segni di schiacciamento toracico: pertanto l’auto non sarebbe passata sopra l’uomo. Quindi l’uomo avrebbe battuto direttamente la testa sulla parte posteriore della Mercedes che stava facendo retromarcia per uscire dal parcheggio e allontanarsi dalla zona dove era avvenuto l’episodio della minaccia con il coltello. Intanto il pm ha disposto il sequestro del telefonino e del computer della donna, per verificare la versione fornita circa i rapporti fra i due: si cercano email, messaggi e documenti che possano accertare la natura della loro relazione. La donna infatti ha affermato che l’albanese era solo un conoscente, in quanto entrambi vivono a Chiari: tra loro, secondo la testimonianza fornita ai carabinieri, non ci sarebbe mai stata alcuna relazione sentimentale. Negli ultimi tempi però lui si sarebbe invaghito di lei e, non essendo ricambiato, l’aveva minacciata più volte. Se dovesse emergere il contrario vorrebbe dire che la donna ha mentito agli inquirenti, andando a minare la sua credibilità anche circa altre circostanze. In uno dei messaggi trovati sul cellulare della 44enne, l’uomo le aveva scritto: “Se non mi dai 50 mila euro ti brucio il figlio”. L signora infatti è sposata e ha un bimbo di 8 anni. Minaccia sulla quale lei non aveva ancora formalizzato una denuncia di stalking, me si era recata nella serata di domenica 18 giugno dai carabinieri di Chiari dopo che lui l’aveva speronata in auto. L’uomo era stato chiamato in caserma, ma aveva minimizzato l’accaduto: i carabinieri gli avevano intimato di non avvicinarsi più alla donna. Ora, dopo i risultati della perizia necroscopica, il pm Gianluigi Dettori ha disposto anche una perizia cinematica, affidata all’ingegner Paolo Panzeri, per verificare la dinamica esatta dell’incidente. Intanto la bibliotecaria è stata indagata come atto dovuto proprio perché potesse nominare i propri consulenti per partecipare all’autopsia e alla perizia.

 

 

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