L’assoluzione non fa notizia: un rapido sguardo ai titoli dei media locali, provinciali e regionali dice chiaramente che l’assoluzione di Mauro Bazzana, Sindaco di Cevo nel 2005 quando venne eretta la croce del Papa, crollata il 24 maggio 2014 provocando la morte di Marco Gusmini, non viene citata nei titolo.
Vengono invece citate le condanne, i rinvii a giudizio, i patteggiamenti. Insomma: il cittadino che ha visto ripristinare da un Tribunale la sua onestà civica e giuridica non viene citato se non “en passant”, quasi con sufficienza e come se desse fastidio il fatto che sia stato assolto con formula piena. Eppure questo imputato, in analogia agli importati di altri processi, poi assolti, ha avuto una serie impressionante di traversie, difficoltà, problematiche personali e professionali, spese, contrattempi, danni fisici, materiali, economici e morali. Ma non fa eco, non fa notizia, non fa vendere un centimetro di riga in più. La logica è quella commerciale di ciò che “rende” e “fa vendere”. Chissà e sarà così davvero o se è solo un retaggio della vecchia scuola neristica a dettare regole non scritte e certamente molto dubbie. Una cosa però è certa: i sacri testi di deontologia professionale degli addetti all’informazione citano ben altro e impongono, sia sul piano giuridico che su quello morale e deontologico, di dare analogo spazio alle “contronotizie”, come nel caso dell’assoluzione di Mauro Bazzana, stimato giovane sindaco ai tempi e ottimo avvocato oggi. Assolto con formula piena: ma non fa notizia per la stragrande maggioranza (e anche per l’emittente pubblica regionale). La fa, invece, per noi che siamo piccoli e profondamente onesti
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