L’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Bergamo, promuove la settima edizione di “Sentieri Creativi”, in collaborazione con il Club Alpino Italiano, l’Accademia Carrara di Belle Arti G. Carrara, Museo Civico di Scienze Naturali “E. Caffi” e con il patrocinio del Comune di Valbondione e del Parco delle Orobie Bergamasche. Dopo i giorni di residenza all’Ostello al Curò di Valbondione, i ragazzi partecipanti all’edizione 2017 di Sentieri creativi presenteranno i progetti ideati per la realizzazione di un’opera permanente nei pressi del lago del Barbellino.
Saranno sette i progetti presentati dagli artisti, che dopo un duro lavoro di progettazione saranno chiamati a presentare la loro ideazione di fronte a una giuria di esperti d’arte e del territorio. La location è stata individuata dal comune di Valbondione, prezioso collaboratore del progetto insieme al CAI e all’accademia di Belle Arti G. Carrara; il luogo pensato per la realizzazione dell’opera permanente non è per niente facile, una grossa roccia alla quale i giovani si sono approcciati ognuno a suo modo mettendo alla prova la loro arte e indagando aspetti a prima sconosciuti, messi in luce dagli ospiti invitati nel corso della residenza artistica svoltasi la prima settimana di luglio.
LE FOTO
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I PROGETTI PENSATI DAGLI ARTISTI
Luca MaestronI. L’intervento si presenta come un sottile puntello di alluminio a sostegno della roccia presa in esame, la quale sta lentamente collassando su sé stessa. Considerando il macigno come un corpo ferito, lo scopo è di riuscire ad “aiutarlo” cercando di ritardare il più possibile l’inevitabile distacco delle due porzioni che lo compongono. L’idea che permea l’opera è che questa possa essere considerata compiuta laddove sia riuscita a spostare nel futuro il distacco del frammento anche “per un solo attimo in più”, frase incisa a mano sulla superficie della barra, in tensione tra suolo e pietra.
Chiara Cotti. Lo spazio intermedio di cui ci troviamo spettatori è il tentativo vano dell’uomo di contrastare un processo puramente naturale, nel nostro caso quello in cui il masso, vivendo un proprio ciclo vitale, si disintegra nel tempo. L’uomo agisce modificando tempistiche e spazi che non gli appartengono, in un ciclo di divenire e passaggio in cui sospende l’elemento naturale tra dissoluzione e frammentazione.
Simone Mainetti. La mia opera punta a celebrare il successo della reintroduzione dello stambecco nelle Alpi Orobie bergamasche, progetto che quest’anno festeggia trent’anni dai primi rilasci in alta valle Seriana, mettendo in evidenza l’importanza della salvaguardia del patrimonio naturale.
Carlo Catellani – Discendere. Un’opera che indaga il paesaggio reale come paesaggio interiore; in questo caso, il paesaggio montano come paesaggio verticale. E se l’ascesa è da sempre legata alla tensione verso il divino e il sublime, la discesa è, così come vissuto dall’artista, un viaggio alla scoperta dei demoni che abitano il proprio io.
Anna Pezzoli. Un cartello indica di fermarsi, prestare attenzione, guardare una roccia che solo apparentemente si è comodamente posizionata sul terreno. Una roccia il cui tragitto si conclude in discesa, a differenza di noi che saliamo verso le vette. In data da destinarsi non la vedremo più.
Valentina Goretti. Una sedia in cima ad un sasso, perchè la cima di una montagna non è la tappa più importante, perchè prima di raggiungerla devi fare una scelta: se guardare la tua meta con impegno o non aver neanche bisogno di provarci. Qualcuno si è seduto, qualcuno si siederà e l’unica cosa che ti è data sapere è dove puntava il suo sguardo e decidere se accettare o meno la sfida.
Alberto Rocchetti. Il progetto si pone l’obbiettivo di svuotare un elemento pesante e massiccio come la roccia producendo un varco e facendo intravedere il cielo creando situazioni inaspettate e sensazioni completamente nuove al viaggiatore. L’opera si presenta all’osservatore come un gioco, cercando di mandarlo in confusione evitando la facile comprensione dalla distanza. Utilizzando un materiale completamente riflettente, l’opera è in continua evoluzione così come il cielo e il materiale stesso si perderà nell’immensità della montagna, sia da lontano che da vicino.
L’inaugurazione della mostra è prevista per giovedì 27 alle ore18.00 presso lo Spazio Polaresco.