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Il Fattore famiglia lombardo è legge. Con 40 voti a favore, 12 contrari e 17 astenuti il Consiglio regionale ha infatti approvato il provvedimento che istituisce il nuovo indicatore reddituale che integra l’Isee introducendo meccanismi di premialità per le famiglie. Come ha spiegato in Aula il relatore, Alessandro Colucci (Lombardia Popolare) il Fattore famiglia influirà su Servizi sociali, Servizi scolastici e di formazione (“per favorire la libertà di scelta educativa”), trasporto pubblico locale, servizi al lavoro e abitazione. In fase di prima applicazione l’indicatore trova immediata applicazione nel Buono scuola e buono libri della Dote Scuola, per i progetti di inserimento lavorativo, nei contratti di locazione a canone concordato (ad eccezione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica), nel trasporto pubblico locale.

“Si tratta di una buona legge che risponde ad un bisogno sentito in Lombardia e che incoraggia le famiglie ad investire per il futuro – ha detto il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo –. Uno strumento in grado di considerare i bisogni dei nuclei familiari che devono essere sostenuti attraverso criteri chiari che incentivino la natalità, tenendo conto anche delle situazioni di bisogno e di fragilità che tante famiglie lombarde vivono”. “Da domani in Lombardia andremo a ristabilire una maggiore equità nel trattamento delle famiglie riconoscendo il ruolo centrale e indispensabile che compiono per la società e il mantenimento del sistema Paese” – ha sottolineato il relatore Alessandro Colucci –.  Nell’erogazione dei servizi e nella costruzione delle graduatorie, infatti, non ci limiteremo a valutare la sfera economica e patrimoniale ma riconosceremo i reali carichi di cura e assistenza che la famiglia svolge nei confronti dei suoi componenti dai figli ai disabili senza dimenticare gli anziani non autosufficienti”. 

A chi viene applicato. Per rientrare nel parametro e poterne così usufruire, la legge individua tutta una serie di “filtri”, primo tra tutti quello che prevede che solo i soggetti dei nuclei familiari in regola con il pagamento delle imposte regionali potranno accedervi. Rispetto al testo uscito dalla Commissione Bilancio, l’Aula ha accolto alcuni emendamenti che hanno aggiunto per i nuclei familiari altri parametri essenziali senza i quali non è possibile richiedere i benefici previsti dalla legge: l’avere ottemperato all’obbligo scolastico per i minori, non avere occupato abusivamente negli ultimi 5 anni appartamenti o terreni pubblico o privati (emendamenti di Riccardo De Corato dei Fratelli d’Italia). Un emendamento di Antonio Saggese (Lista Maroni) prevede che la scala di equivalenza tenga conto, unitamente agli altri parametri del reddito e del patrimonio immobiliare, anche, nel caso di genitori separati, dell”obbligo di mantenimento dei figli disposto dall’autorità giudiziaria e suo adempimento.   Confermate le parti essenziali del provvedimento. Il Fattore Famiglia valuterà il numero dei componenti del nucleo familiare – tenendo conto anche del patrimonio mobiliare e immobiliare, della situazione reddituale e, su emendamento di Chiara Cremonesi di Sel  approvato dall’Aula, anche patrimoniale (posseduta anche all’estero). Si terrà poi conto anche della presenza di persone con disabilità o non autosufficienti. E vengono inoltre introdotti elementi di priorità per le famiglie che hanno un mutuo per l’acquisto della prima casa, per l’anzianità di residenza in Lombardia, per la presenza di persone anziane, per le madri in accertato stato di gravidanza e con i minori in affido.

Per il 2017 vengono stanziati 1,5 milioni, cui si aggiungono corrispondenti risorse per il 2018 e il 2019. In apertura di seduta l’Aula aveva respinto due richieste di sospensiva presentate da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.