Dopo la cerimonia della firma che si è tenuta, martedì 31 gennaio, all’università di Milano Bicocca, a sigillo della nascita dell’International Medical School, il 1 febbraio i promotori del nuovo corso di laurea si sono dati appuntamento all’ospedale di Bergamo. Il Papa Giovanni XXIII darà agli studenti la possibilità di frequentare da subito le corsie e, come ha ricordato il Direttore generale Carlo Nicora, metterà a disposizione “un ospedale ad alto tasso di tecnologia, in grado di curare tutte le patologie, uno spaccato realistico delle risposte che oggi la medicina e l’assistenza possono offrire ai bisogni di adulti e bambini, sia nelle malattie più diffuse sia nelle sindromi rare. Un ospedale dove lavorano professionisti che non sono solo ottimi clinici, ma anche ricercatori di grande valore, riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, con grande esperienza nel “training on the job”, l’imparare facendo”. Per avere, in cambio, “giovani motivati, curiosi, provenienti da realtà anche molto diverse fra loro, capaci di stimolarci a mantenere quell’orizzonte internazionale che finora ci ha contraddistinto”.
Cristina Messa, rettore dell’Università di Milano Bicocca, ha precisato che si tratta di “un corso internazionale non solo nella lingua, ma nel piano didattico e in partnership con un ateneo inglese. Puntiamo a una formazione fortemente integrata: oggi per un medico è fondamentale essere autonomo nella comprensione e nella gestione dei dati, per la ricerca ma soprattutto per la medicina traslazionale, al letto del paziente. E poi vogliamo che i ragazzi crescano in ospedale, con un approccio problem solving”.
Il rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini ha sottolineato come la nascita dell’IMS sia strategica per l’ateneo cittadino: “La creazione dell’International Medical School è uno snodo strategico per la nostra Università, un risultato di un lungo lavoro di squadra che comprende collaborazioni di primaria importanza con l’Università Milano Bicocca e quella inglese del Surrey. L’avvio di questo progetto inoltre conferma la nostra volontà di continuare a investire sul territorio bergamasco con iniziative di altissimo profilo scientifico e tecnologico, in collaborazione con Ospedale Papa Giovanni. International Medical School infine è un ulteriore impegno che come Università abbiamo deciso di sostenere investendo e consolidando l’offerta formativa nell’area salute, già avviato con l’apertura del corso di Ingegneria Medica”.
Max Lu, Vice cancelliere dell’Università del Surrey, ha presentato l’ateneo inglese, un’università di medie dimensioni a sud di Londra, segnalato nei ranking di settore tra le prime dieci migliori Università britanniche. “Dobbiamo unire le nostre eccellenze – ha ribadito – per far partire questo progetto, che punta a formare medici capaci di lavorare utilizzando i dati, la tecnologia e la conoscenza”.
La presenza del sindaco Giorgio Gori ha voluto evidenziare l’impatto dell’iniziativa sulla città e le aspettative del territorio. “Questo è un giorno importante per Bergamo, che ha investito negli anni in conoscenza e salute raggiungendo grandi risultati. Si conferma la vocazione del territorio all’internazionalizzazione, di cui Università e aeroporto sono stati i motori principali, ma anche la vocazione alla ricerca, all’innovazione e al sapere scientifico. Ci aspettiamo che questa iniziativa aiuti Bergamo ad essere una città di giovani”.