Stefano Gelmi, primo cittadino di Malonno, rieletto a maggioranza dei votanti la primavera scorsa è indagato per corruzione aggravata e turbativa d’asta di alcuni appalti pubblici che sarebbero riconducibili nell’ambito dell’Unione delle Alpi Orobie bresciane, ente di cui fa parte anche il Comune di Malonno.
L’indagine, condotta dalla Procura della Repubblica di Brescia, dal sostituto Ambrogio Cassiani, è stata affidata ai Carabinieri della Compagnia di Breno e, stando ad alcune indiscrezioni, oltre a Gelmi, nel registro degli indagati sarebbero finite altre persone (si parla di imprenditori e liberi professionisti) ma non ci sarebbero altri amministratori pubblici, né funzionari comunali. Nelle prossime ore si saprà se Gelmi rassegnerà le dimissioni anche se non è da escludere che per evitare il commissariamento del Municipio possa optare per l’autosospensione dall’incarico e, così facendo, la giunta della «Civica malonnese» rimarrebbe in carica garantendo continuità e presenza ai cittadini e le funzioni di sindaco passerebbero in capo alla attuale vice sindaca, Laura Rocca. L’indagine riguarderebbe alcuni appalti pubblici assegnati tramite la Centrale unica di committenza (Cuc) dell’Unione dei Comuni delle Alpi Orobie Bresciane, di cui fanno parte, oltre che Malonno, anche Corteno Golgi, Edolo, Sonico e Paisco Loveno. Venerdì 24 novembre gli investigatori hanno perquisito l’abitazione del sindaco e avrebbero posto sotto sequestro il PC e un telefono cellulare. Nelle scorse settimane sarebbero stati ascoltati dai magistrati anche alcuni funzionari dei comuni dell’Unione delle Orobie Bresciane.