Non è più il tempo dell’indifferenza.
Un certo modo di fare politica negli ultimi anni ha dato un pessimo esempio di sé.
Lo ha fatto segnando una distanza siderale con i bisogni delle persone.
Ha parlato alla pancia ed alle paure delle persone, anziché al loro cuore.
Ha classificato gli individui tra giusti e sbagliati, tra italiani e stranieri, tra ricchi e poveri, tra cristiani e non.
Le nuove generazioni si sentono smarrite davanti ad una classe dirigente totalmente sorda di fronte ai loro bisogni, ai loro sogni e alle
loro aspettative.
Temi come la tutela ambientale, la transizione energetica, la mobilità sostenibile, la cura delle persone spesso sono soltanto slogan
utilizzati per ottenere voti, ma totalmente vuoti di contenuti.
Una società giusta, un’inclusività vera, un ambiente tutelato, una cittadinanza attiva, ma soprattutto l’amore per la propria città: questi
sono i valori che hanno mosso un gruppo di ragazzi e ragazze, di donne, di cittadini a ragionare sulla città, per provare a cambiare le
cose.
Basta guardare Albino per rendersi conto di come ci sia stata una chiara volontà di addormentare il tessuto civile e sociale della città.
Un centro storico vuoto, una sostanziale incapacità di organizzare e pianificare da parte di coloro che devono prendere decisioni.
Servizi sempre più scadenti che, quando non vengono tolti, vengono rincarati senza nessuna trasparenza e capacità di dialogo.
Valori come la buona educazione, la competenza, il disinteresse hanno cercato casa altrove, come hanno fatto anche molte persone,
trasferendosi nei comuni limitrofi o in altre città.
Chi può se ne va.
Perché Albino, nonostante la sua bellezza, è arida di opportunità e incapace di ascoltare.
Non è tollerabile una città dove chi governa lo fa denigrando il contraddittorio, senza alcuna condivisione e senza nessun rispetto delle
idee altrui.
Chi ha avuto l’ardire di seguire anche solo una seduta del consiglio comunale non ha potuto fare altro che assistere impotente ad uno
spettacolo triste, dove non vi è rispetto, dove non c’è dibattito, né discussione, né possibilità di costruire insieme.
Questa non può essere considerata la normalità.
Siamo convinti che questa situazione possa cambiare. Albino merita di più.
Andarsene è la soluzione più facile, più comoda. Quella che hanno fatto in tanti.
Noi no. In Albino vuole essere un momento di rINascita civile.
Riprendiamo in mano le redini della nostra città. ReINdirizziamola.
Insieme si può rendere di nuovo Albino una città dove è bello vivere, collaborare, crescere, lavorare, uscire. Dove vengono rispettate
le idee altrui, dove l’educazione è di casa. Dove il futuro si costruisce oggi.
Il 3 febbraio 2024 presso la nostra nuova sede di Via Mazzini 51 sarà il momento giusto per fare il punto della situazione e mettere le
basi per un nuovo percorso da fare. Per raccogliere idee, pensieri, critiche, aspettative.
Nel pomeriggio i giovani porteranno esempi virtuosi che testimoniano che un modo diverso di fare le cose esiste ed è possibile.
Per provare a cambiare le cose serve alzarsi dal divano e sentirsi chiamati a contribuire al cambiamento. Facciamolo. Insieme.
Programma dell’evento del 03.02.2024
10H-13H: Dove eravamo rimasti?
Presentazione e dibattito
16H-20H: Dove vogliamo andare?
Laboratori, belle persone e aperitivo
Chi siamo
InAlbino nasce come movimento spontaneo, veloce, necessario fatto di persone e cittadini, con l’intento di invertire la rotta e tornare a
far vivere la nostra appesantita città.
L’inizio dell’anno può essere una buona occasione per tirare le somme e fare buoni propositi, noi lo facciamo per la nostra città. Il 3
febbraio vi racconteremo un po’ di noi, di chi siamo e cosa ci ha spinti a metterci in gioco. Prendi parte al futuro