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In tre a giudizio per la morte di Giovanni Fontana

Nella notte tra il 14 e il 15 dicembre 2017 Giovanni Fontana, il 65enne residente a Cogno, era stato travolto da una Bmw mentre stava camminando lungo via Manzoni, nei pressi della rotonda dell’ospedale di Esine. Alcuni passanti lo avevano trovato riverso sull’asfalto, in fin di vita, ed era scattata la chiamata al 112. I sanitari del 118 avevano provato a lungo a rianimare l’uomo: tutto inutile, per lui non c’era ormai più nulla da fare.

Le indagini dei Carabinieri del Radiomobile di Breno avevano individuato in poche ore un 22enne poche ore dopo la tragedia, alle prime luci dell’alba. Le immagini delle telecamere di sorveglianza e il racconto di una ventina di testimoni hanno permesso di ricostruire chiaramente la dinamica della tragedia. Si era messo al volante della sua Bmw dopo aver fatto uso di droghe, e nella corsa lungo le strade della Valcamonica, aveva investito e ucciso il 65enne, senza nemmeno fermarsi per soccorrerlo. Inchiodato dalle immagini delle telecamere e dalle indagini dei Carabinieri di Breno, a breve andrà alla sbarra. A incastrare definitivamente il 22enne le tracce organiche dell’anziana vittima rinvenute dalla Scientifica sulla carrozzeria della Bmw. Pesantissime le accuse nei confronti del ragazzo, un 22enne di origini bosniache ma di casa a Darfo: omicidio stradale aggravato (proprio perché aveva assunto sostanze stupefacenti) e omissione di soccorso. A giudizio anche le altre due persone che erano a bordo della Bmw: un ucraino di 21 anni ed una 19enne rumena, entrambi residenti ad Angolo: dovranno rispondere di concorso in omissione di soccorso.

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