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IN HELLOSKY LOUNGE LA TAPPA DELLA MOSTRA “VETTE DI LUCE” PROMOSSA DA ACCADEMIA CARRARA

IN HELLOSKY LOUNGE LA TAPPA DELLA MOSTRA “VETTE DI LUCE” PROMOSSA DA ACCADEMIA CARRARA

La montagna vista attraverso la pittura dell’800, la fotografia di Naoki Ishikawa,
e, insieme, due progetti diffusi nel territorio: uno in pianura e un secondo in alta quota.
La montagna dipinta, fotografata, raccontata, conquistata. Il paesaggio alpino idealizzato e insieme vissuto,
sognato e mantenuto, aspro e amico, temuto e rispettato. Vette di Luce, attraverso l’arte, è un omaggio alle
Alpi Orobie, una mostra in Accademia Carrara e doppio percorso espositivo in vari luoghi della provincia, in
pianura e, un secondo, in quota fino ai 2.300 metri. Perché la bellezza sia diffusa così come la cultura della
montagna.
“E questo vedrà come vid’io” un breve appunto di Leonardo da Vinci descrive il suo passaggio sulle Alpi, un veloce
rimando per rappresentare un grande e straordinario rapporto, quello tra gli artisti e la montagna, una storia fatta di
osservazione diretta, di innamoramenti, passi, salite, appunti, disegni, scritti, taccuini, scoperte, dipinti, studi,
memorie.
L’arte da sempre ha interrogato la montagna come tema ricorrente e questo confronto continuo, nei secoli, non ha
mai smesso d’essere, fino a trovare nell’Ottocento e nella pittura di paesaggio, così come nella fotografia dal
Novecento a oggi, le sue massime espressioni. Il paesaggio bergamasco e la luce, uno dei temi posti da Bergamo
Brescia Capitale Italiana della Cultura, hanno ispirato Accademia Carrara per il secondo progetto espositivo
previsto per l’estate, è nato così Vette di Luce, dal 23 giugno al 3 settembre 2023, un percorso tra storia e
contemporaneità: una mostra all’interno della Carrara e sul territorio, un doppio progetto per creare una sorta di
“museo diffuso” di arte e cultura della montagna.
IN Carrara: nelle rinnovate sale al primo piano, la mostra prende forma attorno a un dialogo tra la pittura di
paesaggio di tradizione ottocentesca e la fotografia di Naoki Ishikawa (Tokyo, 1977) insieme a due opere di arte
contemporanea: quella di Matteo Rubbi dal titolo La tana del Drago e la video-audio installazione dei MASBEDO.
DUE Percorsi: il primo prevede le fotografie di Naoki Ishikawa, sempre dedicate alle Alpi Orobie, esposte in 5
luoghi del territorio (Fra.Mar a Pedrengo; Castello di Malpaga, BGY Milan Bergamo Airport, Resort Belmont a
Foppolo, Museo Etnografico di Schilpario), mostre spin-off del viaggio del fotografo giapponese sulle montagne
bergamasche; il secondo la presenza di 17 riproduzioni di capolavori della Carrara in 17 rifugi CAI della
provincia bergamasca.
IN Carrara
Il percorso pittorico, a cura di M. Cristina Rodeschini e Paolo Plebani, vede una serie di dipinti ottocenteschi della
collezione di Accademia Carrara o provenienti da alcuni prestiti concessi da Club Alpino Italiano e collezioni private.
Nelle oltre 35 opere sono indagati diversi aspetti: Costantino Rosa (1803-1878) descrive in una serie di piccoli olii la
Val Taleggio, la Valle Brembana, la Val Seriana; Andrea Marenzi (1823-1891) racconta su tela lo spettacolo delle
Cascate del Serio; Ermenegildo Agazzi (1866-1945) in una monumentale opera dipinge forse la più celebre delle
cime bergamasche, la Presolana.
Oltre a Vette di Luce, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, la montagna è al centro di una serie di
iniziative. Dalla mostra di Fondazione Brescia Musei, ospitata al Museo di Santa Giulia, fino al 25 giugno 2023
intitolata Vittorio Sella, Martin Chambi, Ansel Adams, Axel Hütte. Luce della montagna al documentario Le montagne
della cultura, prodotto da Art Film Kairos in collaborazione con Rai Documentari, che racconta il patrimonio artistico e
culturale delle due città e dei territori, in prima serata su Rai Tre, lo scorso 2 giugno 2023. Il documentario è
disponibile nella sua interezza sulla piattaforma RaiPlay.
Gli artisti hanno sempre apprezzato i paesaggi d’alta quota, e in modo particolare chi vi è nato o li ha frequentati, ha
subito colto il lato magico di questi territori. Le Alpi Orobie sono state frequentate dai pittori che ne hanno percorso i
sentieri, raggiunto le cime, osservato gli aspetti naturali, con l’intenzione di documentarne la bellezza e di
condividerla con gli altri. Dalla seconda metà dell’Ottocento, con l’affermarsi del gusto per il paesaggio, alcuni tra i
migliori allievi dell’Accademia di Belle Arti Carrara praticano con successo il genere che per alcuni di essi diverrà una
vera e propria specializzazione.
M. Cristina Rodeschini direttore Accademia Carrara e co-curatore della mostra
Per aggiornare in chiave contemporanea il fascino che la montagna esercita sugli artisti, Accademia Carrara ha
affidato una rilettura delle Alpi Orobie a Naoki Ishikawa. Fotografo e alpinista, Ishikawa ha conquistato 10 dei 14
ottomila metri esistenti sul pianeta e i suoi progetti, dedicati all’Everest, al K2, al Monte Fuji, al Circolo Polare Artico
sono stati esposti in tutto il mondo e sono oltre 40 le pubblicazioni che raccontano le sue imprese e le sue immagini.
La sua presenza a Bergamo è stata fortemente voluta da Accademia Carrara che ha commissionato al fotografo-
alpinista giapponese un’indagine realizzata in tre campagne tra il 2022 e il 2023, percorrendo l’Alta Via, con
l’obiettivo di documentare in forma esperienziale il paesaggio, tracciando un profilo antropologico ed etnografico
di questi territori. Come successo quasi 150 anni fa a Vittorio Sella (fotografo-alpinista, 1859 – 1943), si è
rinnovato con questa spedizione l’interesse per un racconto del rapporto uomo-natura attraverso il paesaggio
montano che muta, dalla città di partenza fino ai paesi e le valli, agli animali, tappa dopo tappa, spesso
accompagnato da appunti e riflessioni in una serie di immagini inedite. L’impresa di Ishikawa è anche raccontata, in
prima persona, in un film documentario realizzato dal filmmaker Andrea Cossu ed esposto in mostra: è il fotografo a
condurre lo spettatore nelle due campagne sulle Alpi e all’interno del suo studio a Tokyo, mostrando il divenire del
lavoro. Sono circa 40 le fotografie di Ishikawa in mostra in Carrara.
È difficile stabilire se Naoki Ishikawa sia da considerarsi un fotografo-alpinista o viceversa. Nel corso degli anni, più
volte gli è stata posta questa domanda, in occasione di incontri o presentazioni dei suoi numerosi libri. La risposta è
sempre stata la medesima: «Fin da ragazzino sognavo di viaggiare, e da quando ho potuto farlo non ho più smesso.
L’interesse per la montagna è relativamente recente, ma devo riconoscere che da quando ho iniziato a scalare non
ho più voluto smettere. Tuttavia, nasco come fotografo e oggi racconto anche la montagna».
Filippo Maggia co-curatore della mostra
Completano il progetto espositivo, all’interno della Carrara, due opere d’arte contemporanea.
La video-audio installazione Ricordo di un dolore è stata realizzata nel 2020 da MASBEDO, duo artistico composto
da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni, in prestito da GAMeC. La salita silenziosa verso la Presolana, montagna
ritratta anche in diversi dipinti ottocenteschi in mostra, di un uomo che porta sulle spalle una riproduzione del dipinto
di Pellizza da Volpedo, parte della collezione Carrara, racconta la solitudine di un momento di dolore e la sua
sublimazione, in un tutt’uno con il paesaggio circostante.
Il lavoro di Matteo Rubbi (Seriate, 1980), intitolato La tana del Drago è stato realizzato nel 2023 appositamente per
Vette di Luce, grazie a una commissione di Accademia Carrara che prevede l’acquisizione dell’opera all’interno della
collezione. È una ricostruzione immaginata ed esperienziale delle Orobie, un viaggio a memoria in cui l’artista ha
prima ricreato poi fotografato monti, fiumi, strade, paesi e città indicando i luoghi. Il risultato vuole somigliare più a un
racconto che a una mappa analitica. Le montagne bergamasche sovrappongono ai vecchi modelli di
rappresentazione i nuovi: ville romane e porte di città sono mischiate a condomini, capannoni e industrie che oggi
caratterizzano il paesaggio urbanizzato sia della pianura sia delle valli. Il titolo richiama la reliquia della costola di un
drago esposta, secondo tradizione, nella chiesa di San Giorgio ad Almenno San Salvatore, all’imbocco della Val
Brembana.

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