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In corso un’operazione della Guardia di Finanza per un giro di fatture false

La Guardia di Finanza di Brescia, coordinata dalla Procura, sta eseguendo nella mattinata di lunedì 3 luglio un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di dieci persone, 6 in carcere e 4 ai domiciliari, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 160 milioni di euro. Sono 80 in tutto gli indagati oltre a 48 società, 21 delle quali straniere.  Dalle prime ore del mattino, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e della Compagnia di Rovato, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Brescia, stanno dando esecuzione  a vario titolo per diversi capi d’imputazione da associazione a delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e della Compagnia di Rovato, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale della Repubblica di Brescia, stanno dando esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare di indivicdui indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Le indagini hanno permesso di accertare un sistema di frode basato sull’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un importo totale di oltre 160 milioni di euro, di cui oltre 26 milioni di iva evasa. Gli indagati sono complessivamente 80, persone fisiche e 48 entità giuridiche, 21 delle quali straniere. Sono, inoltre, in corso numerose perquisizioni nelle province, oltre che di Brescia, di Roma, Torino, Bergamo, Verona, Mantova, Udine, Cuneo, Monza-Brianza, Cremona e Como, le quali si svolgono con l’ausilio delle cosiddette unità «cash dog», in relazione anche all’esecuzione di un sequestro preventivo di oltre 750 mila euro.

Mentre le indagini hanno portato a scoprire questa frode si fanno  già i primi nomi degli arestati Sono quattro i bresciani raggiunti della misura cautelare. In carcere sono finiti i fratelli Massimiliano e Federico Borghesi, rappresentanti di una società coinvolta e ritenuti i vertici del gruppo. Massimiliano ha 31 anni mentre il fratello è più vecchio di tre anni. In carcere anche il bresciano di Breno Roberto De Pedro quarant’anni. In casa dei genitori gli uomini della Finanza hanno trovato una valigia piena di contanti. Ai domiciliari invece Claudio Romellini, anche lui bresciano, nato nel 1988.

Gli altri arrestati sono: in carcere Fabiana Olivo, anche lei classe 1988 nata in provincia di Udine, Nicola Ruta, quarantenne di Trani. Ai domiciliari, oltre a De Pedro, invece Giulia Frassinelli, classe 1989 di Udine, Walter Orami, 63enne, di Cagliari e Andrea Carlino padovano del 1966.

 

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