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Carabinieri Salò 1

In carcere patrigno che abusava della figliastra

Tiene a portata di mano un iPad in modalità silenzioso e scatta alcune foto mentre il 41 patrigno enne abusa di lei; quindi riesce a ricomporsi e dice al patrigno che deve vedere un’amica per farsi accompagnare in auto. Una volta sole, vanno in caserma a denunciare l’accaduto. E’ la storia di una ragazzina che vive in un paese della Bassa Bergamasca, già abusata dal patrigno e non creduta dal Tribunale, che ora ha raccolto la prova decisiva del fatto accaduto il 5 giugno 2019.

Questa volta le immagini non dovrebbero lasciare dubbi. Lo pensano i carabinieri, che avvertono il pubblico ministero di turno. Per evitare di far tornare a casa la ragazzina concordano un malore, e la ricoverano in ospedale per qualche giorno. Qui la ragazza racconta di nuovo tutto alla mamma, che però fatica a crederle. Il sostituto procuratore chiede l’arresto del 41enne, mentre il giudice delle indagini preliminari ritiene che gli elementi non sussistano. Il racconto della ragazzina è considerato ancora fragile, e si profila pure il sospetto di una macchinazione. A questo punto il pm fa appello al Riesame, che valuta il narrato della giovane affidabile, preciso e ricco di dettagli. Nel ricorso viene anche sottolineato come quegli scatti, oltre ad immortalare l’uomo, hanno in parte ripreso Cristina. Un particolare su tutti è inconfondibile; fortemente “individualizzante”, per citare le parole del pm: il suo braccialetto, quel giorno mostrato ai carabinieri. E il colore delle unghie. Il difensore del 41enne si oppone, ma la Cassazione dà ragione al sostituto procuratore: l’uomo deve andare in carcere. L’accusa è pesante, violenza sessuale su minore. La 15enne, la sorellina e la mamma ora vivono in una comunità protetta cercando di mettersi alle spalle questa brutta storia.

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