Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujairah, Ras Al Khaimah, Sharjah e Umm Al Quwain. Con una popolazione di circa 10 milioni di abitanti e un PIL 2017 di 335 miliardi di euro, i sette Stati degli Emirati Arabi Uniti vantano uno dei prodotti interni lordi più alti al mondo e si distinguono per essere uno dei mercati più interessanti per l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Al momento, gli Emirati sono il 15° mercato di destinazione per l’Italia e il primo mercato di sbocco per le imprese italiane nell’intera area del Medio Oriente. Posizionata al settimo posto tra i fornitori, l’Italia raggiunge una quota di mercato di circa il 3% con un interscambio commerciale positivo e costante. E questo anche grazie alle zone di libero scambio presenti nel Paese (FTZ – Free Tax Zone) che attirano un numero cospicuo di capitali esteri.
Dei sette Emirati, Dubai ne costituisce il fulcro economico, lo snodo dell’intero Golfo Persico. Dubai oggi è un hub logistico e commerciale di spicco nell’intera regione, certamente il migliore per chi investe in Africa. Per le imprese, la piazza di Dubai rappresenta un luogo dove intercettare le multinazionali che investono in Africa, i capitali del Golfo diretti in Italia e anche un nutrito gruppo di potenziali clienti nei settori più dinamici dell’economia emiratina: quello bancario e assicurativo per esempio, ma anche quello dei trasporti e quello, piuttosto promettente, della salute, che va dal farmaceutico fino alle strutture ospedaliere.
La finanza islamica è ormai argomento di discussione da diverso tempo tra gli esperti in tutto il mondo, ha enormi potenziali inespressi, e porterebbe enormi benefici all’economia globale se inserita in modo appropriato nelle economie occidentali. I fondamenti sono totalmente diversi, cambia il principio sottostante anche se gli strumenti possono nella prassi essere analoghi ed avere delle somiglianze. Il sistema giuridico religioso permea la realtà nella ricerca di soluzioni eque, quindi ad esempio: non esiste finanza pura, deve essere sempre collegata alla finanza reale, minimizzando il rischio di un’esposizione finanziaria non garantita; Salvaguardia della liquidità, per garantire la stabilità del mercato finanziario. Il mercato è di forte interesse anche per le imprese bergamasche. Già nel 2016 le imprese edili bergamasche, hanno siglato un accordo con Dubai in merito alla ristrutturazione dell’aeroporto e delle linee ferroviarie. Ma molto esigua rimane ancora oggi la presenza di imprese bergamasche in questi Paesi. Le imprese bergamasche prediligono l’export tramite distributori locali, piuttosto che una presenza stabile sul territorio. Elemento che, invece, potrebbe fare la differenza nel Golfo.
Per fare luce sulle potenzialità di questo mercato, evidenziandone le peculiarità in materia fiscale, finanziaria e di diritto societario, l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabiliorganizza un convegno di approfondimento in programma giovedì 19 luglio alle ore 15 presso la sede dell’Ordine in via Rotonda dei Mille 1 a Bergamo. «Nel 2017 l’export italiano verso gli Emirati ha superato i 5,3 miliardi di euro, con un buon andamento soprattutto delle vendite di macchine di impiego generale, dei prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio e dei metalli preziosi. Ma le possibilità di crescita sono numerose e riguardano anche altri settori. Essere informati è fondamentale per poter operare le scelte migliori per il proprio business. Per questo, nel corso del convegno affronteremo alcuni degli aspetti più importanti legati all’internazionalizzazione delle imprese bergamasche negli Emirati Arabi Uniti inquadrando quali sono i trend evolutivi dell’economia globale e di quest’area nello specifico» – annuncia il dott. Paolo Saita, consigliere dell’ODCEC di Bergamo, delegato della Commissione di Diritto e Fiscalità Internazionale dell’ ODCEC Bergamo.
Il convegno vedrà la partecipazione degli esperti: Laura Diana, componente della Commissione “Diritto e Fiscalità Internazionale” dell’Ordine, Pietro Paolo Rampino, Componente della “Commissione Internazionalizzazione delle Imprese e Rapporti con Organismi Internazionali” dell’ODCEC di Milano, Vice Presidente della Joint Italian Arab Chamber of Commerce (JIACC), docente alla Luiss Business School in ‘ Islamic Finance & Doing Business in MENA area’ e Roberto Scalia, avvocato e professore a contratto di diritto tributario presso la facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bergamo, nonché presidente della commissione sulla fiscalità della JIACC.